corruzione – Un piccolo grande atlante

noi-noRagazzi protagonisti del cambiamento e portatori sani di legalità: l’esperienza del Piccolo Atlante della Corruzione, destinata agli studenti delle scuola superiori, si basa sull’idea di un laboratorio didattico per la conoscenza, la prevenzione e il contrasto della corruzione e per la diffusione delle buone pratiche della legalità. Ideato e coordinato da Beatrice Ravaglioli di Libertà e Giustizia vede come partner l’Autorità nazionale anticorruzione, l’Associazione nazionale magistrati, l’Università di Pisa e il suo Master di Analisi, prevenzione e contrasto della criminalità organizzata e della corruzione, insieme al Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca. Incontri formativi, momenti di confronto e riflessione che servono ai ragazzi per iniziare ad orientarsi nell’universo sotterraneo dei favori, delle regalie, degli scambi illeciti e delle tangenti, nel tentativo di comprendere natura, dimensioni, dinamiche e conseguenze della diffusione della corruzione nella società italiana. Dopo Piemonte, Lazio e Sicilia anche in Veneto il Piccolo Atlante della Corruzione è entrato nella fase operativa, e il laboratorio per la legalità conta sulla partecipazione di circa duemila studenti, traguardo importante per un progetto sperimentale, partito nel Lazio e allargatosi nelle scorse edizioni a Campania e Lombardia, approdando quest’anno in Piemonte, Veneto e Sicilia.
Come raccontato in questi mesi da Repubblica.it, partner dell’iniziativa, le domande degli studenti sono molte, e impegnative: “Come può un imprenditore dire di no alla corruzione se poi si trova le porte sbarrate?”, “Quanto la politica, nelle sue scelte, è influenzata dalla corruzione?”, o “Quanto è importante il lavoro delle inchieste giornalistiche nella lotta alla corruzione?”, interrogativi che testimoniano un’attenzione sul tema della corruzione e una sete di legalità nei ragazzi coinvolti nel progetto. Professori-tutor lavorano con i ragazzi sulla fase formativa, propedeutica al lavoro sul campo di raccolta ed elaborazione dei dati, ideando un questionario regionale che porterà ciascuna realtà territoriale a sviluppare la mappa della corruzione presente nella propria città partendo dalle risposte raccolte in forma anonima tra i cittadini e soprattutto tra i soggetti più a rischio. Gli studenti “sentinelle della legalità”, entreranno in contatto con le categorie più esposte al fenomeno della corruzione attraverso un questionario dal quale ricaveranno dati utili per mappare la presenza delle sacche d’illegalità nelle zone intorno alla loro scuola. Poi, insieme a un magistrato, un giornalista e un avvocato penalista gli studenti si riuniranno per analizzare un singolo caso giudiziario attraverso gli atti processuali e la relativa rassegna stampa. La fase successiva riguarderà la stesura, l’organizzazione e l’impaginazione del materiale prodotto: gli studenti redigeranno il “Piccolo Atlante della Corruzione” del proprio istituto scolastico. L’ultima fase del laboratorio prevede quattro incontri, uno in ciascuna regione, in cui gli studenti presenteranno agli esperti i risultati del loro lavoro e “saliranno in cattedra” trasferendo le conoscenze acquisite grazie all’esperienza sul campo e alle scoperte sullo stato di “salute civica” delle zone limitrofe alla loro scuola. un impegno concreto dei ragazzi, a contatto con il proprio territorio, che li porta a conoscere la realtà che li circonda, e fornisce loro gli strumenti per iniziare ad individuare e magari un domani prevenire la corruzione.

(30 settembre 2016)