Gli israeliani addestrano le forze militari d’élite a battere i Boko Haram
Dal 2013 intorno al lago Ciad si combatte una sanguinaria guerra contro Boko Haram, l’estrema frontiera subsahariana della jihad. Ma nonostante i quattro Paesi minacciati dai talebani d’Africa abbiano messo insieme le forze per fronteggiare il nemico comune, ognuno combatte con le proprie divise e i progressi sono scarsi, troppo corrotti i militari di Nigeria e Niger e non efficientissimi quelli del Ciad. Le uniche vere vittorie sul terreno sono da almeno un anno quelle delle unità d’élite dell’esercito camerunense, il Rapid Intervention Battallion (Bir) addestrato dagli israeliani. La notizia del coinvolgimento in forma non ufficiale di Israele, nota quasi esclusivamente tra gli esperti militari, racconta lo sforzo del governo di Yaounde che due giorni fa ha annunciato un reclutamento eccezionale proprio per il Bir, 1800 uomini camerunensi, single, di età compresa tra 18 e 23 anni, scolarizzazione medio alta.
Secondo il sito d’intelligence Blasting News, il Camerun sta rafforzando tutte le sue forze sul lago di Ciad, il Multi-purpose Response Squad della Gendarmeria Nazionale (Gpign), il Motorised Infantry Battalion (Bim) e in modo particolare il Bir, che oltre al training dei contractors israeliani riceve regolarmente attrezzature americane e israeliane, fucili di precisione e di assalto americani, mitragliatrici 50mm, cannoni, mortai e blindati. Poco meno di un anno fa il Camerun ha lanciato l’Operazione Alpha nella zona settentrionale di Kolofata, uno dei punti caldi dei 400 km di confine divisi con la Nigeria dove dal 2014 Boko Haram fa razzia nei villaggi e ha proclamato l’emirato di Gwoza, a sostegno della quale ci sarebbero anche 300 marines impegnati nel sostegno con i droni, ma secondo fonti locali attivi anche sul terreno, sulle montagne di Mandara.
L’Operazione Alpha, iniziata quasi 2 anni fa con 2000 uomini del Bir, 1000 regolari e 700 poliziotti della gendarmerie, coincide con l’entrata in scena dei contractors e israeliani, un momento in cui Yaounde denunciava di essere solo nel fronteggiare Boko Haram. Da allora la controffensiva guidata dal Bir è diventata via via più efficace. Secondo il ministero della difesa camerunense dopo un anno erano stati uccisi 2000 miliziani e 600 erano nella prigione di Maroua.
«L’Operazione Alpha coopera con truppe americane, è sostenuta da ufficiali israeliani e assistita dall’intelligence francese via Ciad», spiega il colonnello Joseph Nouma al New African Magazine (l’equipaggiamento è anche russo, cinese e tedesco). Alcuni mesi fa Camerun e Nigeria hanno raggiunto un accordo per cui nella guerra a Boko Haram i rispettivi eserciti possono sconfinare, vale a dire che il Bir va a caccia di jihadisti anche oltre la frontiera Nord. Racconta una fonte locale che ultimamente, proprio grazie ai progressi nell’addestramento delle unità camerunensi, Boko Haram ha perso le sue capacità convenzionali e sta passando alla guerra irregolare: il Bir bracca con omicidi mirati i capi jihadisti che ora si nascondono e mandano avanti truppe non scelte, l’età dei miliziani si è molto abbassata, molti oggi sono adolescenti e poco addestrati.
Francesca Paci, La Stampa, 8 ottobre 2016
(Immagine Yaroslav Trofimov/The Wall Street Journal)
(9 ottobre 2016)