Mattarella: “Al fianco d’Israele e della pace L’Italia si oppone al boicottaggio”
“Sono qui per dimostrare l’amicizia tra Italia e Israele. Un’amicizia rappresentata anche da voi, che siete un legame tra i due paesi”. Così il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella si è rivolto poche ore fa alla Comunità ebraica degli Italkim, (gli italiani d’Israele) dopo aver visitato la mostra “La Corte ebraica di Venezia”, allestita al Museo d’Arte ebraica italiana U. Nahon di Gerusalemme, e il Tempio italiano. Quest’ultimo, che accoglie la bellissima sinagoga di Conigliano, è stato preso come esempio da Mattarella nel suo discorso alla Comunità per sottolineare l’intreccio indissolubile tra l’Italia, la sua cultura ed Israele e l’ebraismo. “Siamo legati a Israele su molti fronti – ha dichiarato ai presenti il Capo dello Stato, ribadendo i valori democratici che entrambi i paesi rappresentano – Per questo difendiamo il pieno diritto di questo paese di vivere in serenità e in sicurezza, e diciamo no all’odio e alla violenza, il cui incitamento impedisce la pace. E ci opponiamo con forza a ogni boicottaggio contro Israele”. Quest’ultimo, ha affermato Mattarella, è un ostacolo al raggiungimento di una soluzione pacifica con i palestinesi, e in nessun modo uno strumento utile a raggiungerla.
Il ricordo di Stefano Gaj Taché
“La nostra collettività qui – le parole del demografo Sergio Della Pergola, a cui è stato affidato il saluto ufficiale a Mattarella, accompagnato invece nella visita al Tempio e al Museo da David Cassuto e da Jack Arbib – è ben memore e grata per due gesti indimenticabili che lei Presidente ha voluto offrire non solo alle comunità ebraiche ma tutti i cittadini italiani fida lla prime ore del suo insediamento nella massima carica dello Stato”. Ovvero la scelta di recarsi come primo gesto dopo la nomina a Presidente alle Fosse Ardeatine e, pochi giorni dopo, l’aver ricordato nel discorso di insediamento il nome del piccolo Stefano Gaj Taché, vittima del terrorismo palestinese nel 1982 nell’attacco al Tempio Maggiore di Roma.
Gli italiani che scelgono Israele
“Per la collettività degli Italkim – ha spiegato Della Pergola – esistono due modelli diversi del vivere in Israele: l’uno, come un gruppo di origine con una propria personalità, lingua e cultura destinato a mantenersi separato e distinto dalla maggioranza della società nei tempi lunghi; dall’altro, come un gruppo destinato a fondersi e a assimilarsi nella corrente centrale della società israeliana nel corso delle generazioni, pur tenendo viva la tradizione ebraica italiana”. Entrambe, ha proseguito il demografo, convivono nella Comunità degli Italikim, ingranditasi nel corso del tempo grazie ai nuovi immigrati dall’Italia. Singoli e famiglie arrivati in Israele nel 2015 nel numero più alto mai registrato dal 1949.
Diversi i motivi delle emigrazioni dallo Stivale. Tra queste, la situazione economica. E non, a differenza di altre comunità ebraiche, la minaccia antisemita. Non per questo, ha sottolineato Della Pergola l’Italia deve abbassare la guardia: l’impegno del governo nei confronti del Museo Nazionale dell’Ebraismo Italiano e della Shoah di Ferrara – rappresentato oggi da Dario Disegni e Simonetta Della Seta, rispettivamente presidente e direttore – e per la traduzione del Talmud in italiano sono esempi in positivo ma la sfida è anche evitare la delegittimazione d’Israele sul piano internazionale. E su questo Della Pergola ha sottolineato l’amarezza degli Italkim per l’astensione italiana rispetto alla vergognosa risoluzione Unesco, facendo i complimenti alla Presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Noemi Di Segni – parte della delegazione al seguito di Mattarella – per il suo impegno a sensibilizzare la diplomazia italiana. Un impegno a cui sono seguite le parole di condanna del Premier Matteo Renzi della stessa risoluzione (definita allucinante) e la promessa del ministro degli Esteri Paolo Gentiloni di cambiare atteggiamento di fronte a nuove mozioni simili. Affermazioni, quelle del Premier e del ministro, apprezzate dagli Italkim, ha sottolineato Della Pergola: “Confidiamo che stia per inaugurarsi un nuovo periodo in cui ‘Italia sarà in prima fila e vorrà giocare un ruolo di guida accanto ad altre grandi democrazie nel costruire un futuro migliore che non può prescindere dalle grandi valutazioni etiche e da un’onesta consapevolezza storica”.
Daniel Reichel
(30 ottobre 2016)