Italia-Israele, il ponte è la cultura

In questi tempi difficili, in cui l’esistenza fisica e ideale di Israele e dell’Europa intera è minacciata da forti e violenti attacchi, la cultura e la condivisione della plurimillenaria storia ebraica, segnata da alterni destini, rappresenta un bene imprescindibile per l’intera società occidentale e un fondamentale presidio contro ogni forma di dilagante odio, violenza e divisione.
È traendo forza da un’antica storia e da profonde radici che si è convinti di poter trasmettere così tanto e poter edificare un museo – dei musei – che guardano al futuro.

In occasione della presentazione del progetto del Museo Nazionale dell’Ebraismo Italiano di Ferrara al Museo Eretz Israel di Tel Aviv, alla presenza del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella e del ministro dei Beni Culturali Dario Franceschini, la presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Noemi Di Segni ha pronunciato il seguente discorso:

Signor Presidente Sergio Mattarella, Signor Ministro Dario Franceschini, Signor Sindaco Tiziano Tagliani, Illustre Autorità ed Ospiti, Cari amici,
è un onore e momento di grande commozione essere oggi qui assieme per la condivisione di un percorso che da qui – nella terra di Israele, al MUSA, museo dedicato alla storia e alla cultura di Israele nei secoli, si apre.
A nome di tutte le 21 Comunità Ebraiche Italiane e del Consiglio dell’Unione delle Comunità, porgo quindi un profondo ringraziamento a tutti coloro che quotidianamente ed infaticabilmente, con professionalità e passione, con un profondo credo, si dedicano a seminare i diversi campi della cultura, e con fatica ad ararli.

In questi tempi difficili, in cui l’esistenza fisica e ideale di Israele e dell’Europa intera è minacciata da forti e violenti attacchi, la cultura e la condivisione della plurimillenaria storia ebraica, segnata da alterni destini, rappresenta un bene imprescindibile per l’intera società occidentale e un fondamentale presidio contro ogni forma di dilagante odio, violenza e divisione.
È traendo forza da un’antica storia e da profonde radici che si è convinti di poter trasmettere così tanto e poter edificare un museo – dei musei – che guardano al futuro.

La sfida comune, delle Istituzioni assieme ai cittadini, è quella di preservare, documentare, conoscere e sapere per “essere”.
Per essere ebrei italiani in Italia e in Israele.
Per essere italiani
Per essere europei.

La cultura – non solo nelle sue molteplici espressioni artistiche ma intesa come ampia conoscenza e come specchio del proprio essere e delle proprie tradizioni – è il primo alfabeto che dovremmo insegnare e curare. Trasmettere e tramandare ai nostri figli.

(Non può essere uno di tanti dicasteri o dipartimenti che in parallelo ad altri subisce o gestisce la dialettica politica. E’ la base del nostro essere.)

Questa la cornice.
Per l’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane la missione sulla quale siamo impegnati quotidianamente, affiancati con grande attenzione e partecipazione dalle Istituzioni, è quella di salvaguardare, promuovere e condividere la cultura e le tradizioni dell’ebraismo italiano, con le sue criticità demografiche e le sue evoluzioni e caratterizzazioni religiose, attraverso numerose attività ed iniziative. Il MEIS, assieme ad altri progetti centrali come quello della traduzione del Talmud, la catalogazione dei beni bibliografici e dei siti ebraici, il restauro delle catacombe, è senz’altro una delle parti più importanti di questo ampio dipinto.

Grazie ai fondi stanziati dai governi e all’impegno del Ministro Franceschini, il MEIS è una realtà.
Quale la missione di un museo ebraico? Una domanda centrale nell’elaborazione di strategie vive di didattica, educazione, di comunicazione.

Un museo che è il riflesso di un percorso che sta compiendo l’ebraismo italiano. Forse visitando e partecipando il museo capiremo dove stiamo andando.

Oggi più che mai la parola “libro”, la parola “storia” la parola “documento” “manoscritto” hanno ed assumono un significato preciso e profondo. La nostra storia e la nostra cultura, come popolo, come Comunità, è tutta racchiusa e trasmessa attraverso i testi e i preziosi manoscritti. Forse oggi saranno pure fruibili in formato digitale, ma sono sempre stesse le parole, le preghiere, le narrazioni delle vicende subite o glorie conquistate, con le quali tramandiamo ai nostri figli e alle generazioni future le nostre speranze e i nostri valori.

Grazie al Sindaco di Ferrara per aver oggi portato il manoscritto di Giorgio Bassani, l’originale del “Giardino dei Finzi Contini”, e per aver condiviso questa copia secretata, questo alfabeto e queste righe con noi. Si tratta della prima volta in assoluto che il manoscritto viene esposto al pubblico e accade qui, in Israele.

In questa direzione la presenza sempre più significativa di una comunità di Italkim, di italiani in Israele, con la cultura e i beni culturali che animano la loro presenza, diventa un ulteriore riflesso di questa esistenza e di questo percorso di preservazione e sviluppo della nostra tradizione. E’ una parte di Italia che vive qui, che cresce, matura e dà i suoi nuovi frutti. Con l’insegnamento dell’italiano e la letteratura, con i legami tra i diversi musei, con la musica e la passione per il calcio, quindi con la Cultura.

Attraverso il legame tra i due Paesi Italia-Israele, rimarcato in tutta la sua essenza nelle parole del Presidente Mattarella in questa sua prima visita, si alimenterà ulteriormente e porterà, ne sono certa, ad una nuova maturazione dell’ebraismo italiano ma anche della società italiana nel suo insieme.

Con tutti coloro che assieme a me sono convinti di questo progetto di vita culturale, la preghiera che portiamo nei nostri cuori è di poter presto raccogliere, con gioia e canti, il raccolto di quanto seminato.

Noemi Di Segni, presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane

(3 novembre 2016)