melamed Meis – Didattica contro l’intolleranza
Un luogo dove conoscere l’ebraismo italiano, la sua millenaria storia, il suo passato costellato di importanti contributi alla cultura, alla scienza e alla politica così come di profonde ferite mai del tutto rimarginate. Ma anche un polo di ricerca e di studio proiettato al futuro e aperto alla scambio internazionale. Questo l’obiettivo del Museo Nazionale dell’Ebraismo Italiano di Ferrara nei concetti espressi dal ministro per i Beni culturali Dario Franceschini, dal sindaco di Ferrara Tiziano Tagliani e dal presidente del Meis Dario Disegni durante la presentazione del progetto del Museo a Tel Aviv alla presenza del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella.
Per il ministro, il Meis “servirà a conservare la Memoria ma al contempo parlerà al futuro, e si inserirà nel sistema museale nazionale e internazionale ebraico e non”. “Ferrara è orgogliosa della sua comunità ebraica e del progetto del Museo – ha sottolineato il sindaco Tagliani, che con sé ha portato in Israele il manoscritto originale de Il Giardino dei Finzi Contini di Giorgio Bassani donato da Ferigo Foscari – È un segno importante che l’Italia riconosca un luogo specifico per raccontare l’ebraismo e la sua storia italiana. E Ferrara potrà essere così il centro per lo studio della cultura ebraica, per imparare a conoscere l’altro, diventando anche un antidoto contro l’ignoranza. Perché non dobbiamo mai abbassare la guardia e dobbiamo prepararci per tempo, lavorando con le nuove generazioni, perché non siamo mai veramente al riparo dall’ignoranza e dall’intolleranza. E il nostro presente lo dimostra”. Parole che fanno eco a quelle pronunciate da Dario Disegni, presente assieme al direttore del Meis Simonetta Della Seta, che ha parlato del Meis come di “un centro di cultura, di incontro e di confronto tra le diverse culture e religioni, nella prospettiva di una sempre più approfondita reciproca conoscenza e di un dialogo oggi più che mai necessario per sconfiggere ogni forma di intolleranza e di fanatismo ancora drammaticamente presenti nel mondo”.
Un polo museale – che vedrà la sua inaugurazione nel 2017 – in cui didattica ed educazione saranno dunque due delle colonne portanti. E “qualcosa da insegnarci” ha anche la mostra visitata da Franceschini al Museo Eretz Israel di Tel Aviv, che il ministro vorrebbe portare in Italia: una mostra dedicata all’aliyah bet, il grande esodo dall’Europa di migliaia di ebrei sopravvissuti alla Shoah. Molti partirono dall’Italia, lasciandosi alle spalle il Vecchio Continente, allora luogo di ceneri, dolore e miserie, proiettandosi verso la terra della speranza, il nascente Stato d’Israele. “Oggi migliaia di persone quel viaggio lo fanno nella nostra direzione”, ha sottolineato Franceschini, tracciando un parallelismo con le cronache quotidiane che parlano di chi fugge da guerre, violenze e carestie per cercare in Europa un futuro migliore.
Daniel Reichel
(4 novembre 2016)