“Colombia, partner strategico per Israele”
“Il premio Nobel per la Pace al presidente Juan Manuel Santos non è stato solo un atto di apprezzamento per lo sforzo fatto per trovare un’intesa con le Farc ma anche un segnale politico a tutta la popolazione colombiana e alle stesse Farc da parte della comunità internazionale: noi appoggiamo il presidente Santos”. Ad affermarlo, l’ambasciatore israeliano in Colombia Marco Sermoneta, nato a Roma e con una grande esperienza diplomatica al servizio d’Israele in Sud America. Sermoneta ha spiegato a Pagine Ebraiche l’atmosfera che si respira in Colombia rispetto all’accordo di pace tra il governo e le Forze Armate Rivoluzionarie della Colombia (Farc). Si tratta di un’intesa non ancora raggiunta ma che porrebbe fine a mezzo secolo di conflitto, e potrebbe dare un nuovo respiro sociale ed economico al Paese. “È un momento molto delicato, la speranza di un accordo esiste, anche dopo la bocciatura decisa dal referendum – spiega l’ambasciatore, parlando del no alla prima bozza di intesa emerso da una consultazione referendaria voluta da Santos – Il presidente ha voluto ascoltare i suoi cittadini, non era obbligato a farlo, e continuerà a lavorare per trovare un accordo con le Farc. Ma bisogna tenere in conto che ogni accordo nasce da un compromesso”. Oltre cinquant’anni di guerra sanguinosa ha segnato indelebilmente la Colombia: nate negli anni Sessanta da una divisione del partito comunista, le Farc erano state create come milizie rurali per proteggere le comunità di agricoltori dai paramilitari pagati dai grandi proprietari terrieri. Queste milizie si trasformarono in un’organizzazione di guerriglieri che avevano l’obiettivo di sovvertire il potere centrale e instaurare un governo marxista. Durante la guerra fredda le Farc erano appoggiate dall’Unione Sovietica ma è stato il traffico di droga a diventare il sostegno più redditizio per le sue sanguinose azioni. “Uribe, il presidente della Colombia prima di Santos – spiega l’ambasciatore – ha avviato una dura guerra contro le Farc e il narcotraffico, indebolendo molto il gruppo”. E aprendo la strada a un’intesa: in una situazione sempre più difficile, le Farc hanno deciso di negoziare. C’erano stati dei tentativi in precedenza per mettere fine a uno dei conflitti più tragici del Sud America, ma tutti falliti. “La Colombia nel suo passato recente – continua Sermoneta – ha visto una crescita economica significativa ma agli occhi del mondo è rimasto il paese del narcotraffico. È una narrazione semplicistica della situazione, un po’ come succede con Israele, con i media che danno un quadro solo parziale della realtà”. E con Israele, sottolinea Sermoneta, i rapporti del governo colombiano sono ottimi. “Nell’area, è un partner molto importante, a livello economico così come nella lotta al terrorismo. La Colombia continua ad essere il referente principale nella cooperazione internazionale per Gerusalemme. Sono molti i piani di assistenza allo sviluppo israeliani avviati sul territorio. Nel 2015 ad esempio è stato portato in Israele un nutrito gruppo di colombiani per fare corsi legati all’agricoltura e all’innovazione”.