Qui Roma – Una giornata particolare

“Oggi è veramente una giornata particolare. Anche considerando il luogo in cui avviene la proiezione, Villa Torlonia, oggi spazio pubblico, di cultura, che ospita questa importante iniziativa di Memoria”. Con queste parole Livia Ottolenghi, Assessore a Scuola, Formazione e Giovani dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, ha presentato la proiezione del filmato “Una giornata particolare” realizzato dal giornalista Claudio Della Seta, avvenuta ieri pomeriggio nella suggestiva cornice del teatro della villa che fu la residenza di Benito Mussolini.
Un evento promosso dall’UCEI, che ha supportato la realizzazione del progetto, e che era iniziato al mattino con gli appuntamenti destinati a scolaresche dei licei romani. In una data non casuale: il 17 novembre infatti è l’anniversario della promulgazione delle leggi razziste del 1938, che segnarono l’inizio della persecuzione degli ebrei in Italia e, simbolicamente, l’inizio della Shoah italiana.
olla“Alle persone interessano le storie dei singoli. Per questo l’operazione di far rivivere filmati di 70-80 anni fa, ricostruendo le vite di quelle persone, è riuscitissima ed emoziona”, ha detto il giornalista Rai Roberto Olla, che ha moderato la presentazione.
La storia del filmato inizia con il ritrovamento, a Buenos Aires, di alcune vecchie bobine in bianco e nero, che riprendono momenti di vita di una famiglia ebraica nel 1931, in piena epoca fascista, ma quando ancora il regime non aveva avviato la persecuzione degli ebrei. Riprese di una giornata spensierata, realizzate in una occasione lieta, la milà di un bimbo, nella casa dei nonni di Della Seta, in via Eustachio, proprio a due passi da Villa Torlonia.
Ritrovati i filmati, che sono un esempio rarissimo di riprese amatoriali di vita ebraica dell’epoca, Della Seta ha effettuato un lavoro di ricostruzione di quelle immagini, e delle vite di alcune delle persone che vi appaiono. E ne ha ricostruite le storie, intervistando i superstiti e facendosi guidate nel racconto da Mirella Fiorentini, storica professoressa di matematica alla scuola ebraica di Roma, tra i bambini protagonisti delle sequenze in bianco e nero (allora aveva appena due anni e mezzo), che nel film ricorda alla sua giovane nipote come le leggi razziste in Italia “non furono per niente all’acqua di rose, come vorrebbe un luogo comune”.
“Soltanto tre volti, delle persone che appaiono nelle riprese, sono rimasti senza nome – ha detto Della Seta -. E tra coloro che sono stati individuati, ho scelto di raccontare storie particolarmente significative. Destini diversi, tutti segnati in modo tragico da quei provvedimenti”.
Come la storia di Luciano Navarro, che era stato un eroe della Grande Guerra, e che non riuscendo a tollerare il tradimento della patria per cui aveva combattuto, scelse di togliersi la vita. O come Claudio Fiorentini, giovane partigiano che morì nel tentativo di vendicare i familiari uccisi, vittima di un disastro aereo: il velivolo delle forze alleate su cui viaggiava precipitò su una montagna in Abruzzo.
A inquadrare storicamente il contesto dei filmati ritrovati è stata la storica Anna Foa, che ha sottolineato la “normalità” di quei filmati: “Le leggi del ’38 erano lontane, come anche l’ascesa del nazismo in Germania. La persecuzione in questo filmato non c’è, non ne traspare nemmeno il sospetto. Strazia il cuore, a posteriori, conoscere i destini di quelle persone, segnati da quanto sarebbe tragicamente avvenuto solo pochi anni dopo.”

Marco Di Porto

(18 novembre 2016)