E Hollywood scoprì la Shoah
“Questa storia si svolge nel futuro. La guerra è finita. I suoi criminali sono stati riportati sulla scena dei loro delitti per essere giudicati. Come ci hanno promesso i nostri leader, nessuno sfuggirà”. Mentre le ultime parole si allargano a tutto schermo, prende il via un flashback inquietante che ci scaraventa nel cuore della Shoah con la storia di Wilhelm Grimm (Alexander Knox), maestro di scuola tedesco destinato a diventare il crudele Reichskommissar della cittadina polacca in cui per anni ha insegnato. La trama sembra per molti versi scontata. Se non fosse che il film in questione, None Shall Escape di Andre DeToth, vede la luce nell’autunno del 1943 ed è il primo film che Hollywood dedica alla Shoah.
Girato con ampio anticipo sullo sbarco degli Alleati, il film per molti versi ha il sapore di una spaventosa profezia. I rastrellamenti, il treno blindato, il campo di sterminio, che per lo spettatore contemporaneo sono scenari quasi desueti, si riverberano sugli schermi con una carica di violenza che allora doveva apparire onirica.
La storia del maestro Grimm, probabilmente ispirata al famigerato Julius Streicher, editore di Der Stürmer, scaturisce invece dall’esperienza diretta dai suoi autori, come sottolinea su Tablet Thomas Doherty.
Il regista Andre DeToth, allora 31enne, si è rifugiato in America dall’Ungheria dopo aver documentato, da cameraman, le violenze naziste in Polonia: un trauma che ricorderà per sempre. Quanto al cosceneggiatore Joseph Than, è un rifugiato tedesco che sarà insignito della Croce di guerra per avere aiutato alcuni soldati francesi a sfuggire ai nazisti. E ad aggiungere un ulteriore tassello sono i resoconti del genocidio nazista che in quegli anni circolano nella comunità dei rifugiati a Hollywood tramite il Freies Deutschland, foglio d’ispirazione comunista pubblicato in Messico.
Malgrado il processo finale ai criminali di guerra, che schiude una prospettiva positiva sugli esiti bellici, una storia d’amore e qualche allusione pruriginosa alle donne polacche destinate ai piaceri dei soldati del Terzo Reich, il film, prodotto da Columbia, non ottiene il successo sperato. In tempi di guerra gli spettatori vanno al cinema per risollevarsi l’animo, non per rattristarsi ulteriormente. None Shall Escape è un film troppo duro e cupo e finisce alla svelta nel dimenticatoio. Solo di recente una versione 35 mm è tornata in circolazione ed è stata proiettata al Los Angeles Jewish Film Festival e alla Brandeis University. Per rimettere davvero in pista questo lavoro così in anticipo sui tempi si attendono ora le versioni digitali.
Daniela Gross