Referendum – L’analisi di Della Pergola
Italiani in Israele, il sì stravince
“Preoccupati per il dopo Renzi”

della pergola
Una bassa percentuale di italiani in Israele è andata al voto: il 19,51 per cento nella circoscrizione denominata Israele, il 27,17 in quella “autonoma” di cui fa parte Gerusalemme. Sotto la media mondiale. Ma tra chi è andato a votare, il sì ha vinto in modo nettissimo (80 per cento nella circoscrizione Israele, 70 in quella autonoma) e ora, con l’ampia sconfitta di Renzi e con le sue dimissioni, anche in Israele ci si interroga sul futuro del Bel Paese. “Gli italiani d’Israele – spiega a Pagine Ebraiche da Gerusalemme Sergio Della Pergola, demografo, docente dell’Università Ebraica nonché autorevole rappresentante degli italkim (la Comunità degli italiani dello Stato ebraico) – sanno che le alternative a Renzi sono Grillo (Movimento Cinque Stelle) o Salvini (Lega Nord), il primo è chiaramente anti-israeliano e antisemita, il secondo a parole dice di essere un grande amico d’Israele ma dietro ha un movimento con pulsioni antisemite di cui non ci si può fidare”.
schermata-2016-12-05-alle-10-32-43Della Pergola, che i media israeliani hanno interrogato per capire cosa succederà ora all’Italia, sottolinea il “tonfo colossale dei sondaggisti. Come accaduto con Trump e prima ancora con la Brexit, i sondaggi erano sbagliati. Secondo le statistiche il NO era avanti del 3 – 4 per cento, e invece c’è stato uno scarto di quasi 20 punti”. “Sì, hanno indovinato la tendenza”, sottolinea il demografo, ma non è abbastanza. Ed è un elemento da tenere in considerazione per il futuro, per capire meglio gli umori del Paese, in cui il populismo apre brecce importanti. “In Israele mi chiedono se ora l’Italia uscirà dall’Euro perché non hanno chiari i vari passaggi. Una cosa che in ogni caso vedo come poco probabile”. Certo, spiega il professore, se dovesse affermarsi la Le Pen in Francia il prossimo anno e gli euroscettici in Italia, per l’Europa l’attuale instabilità rischierebbe di tramutarsi in una definitiva frantumazione.
E intanto oggi il grande interrogativo è chi verrà dopo Renzi: “Tutto è nelle mani del Presidente Mattarella – sottolinea Della Pergola – Credo che l’opzione più probabile sia un governo di transizione, forse con Pietro Grasso (attualmente presidente del Senato) alla guida”. Una battuta anche sulle dimissioni del Presidente del Consiglio: “credo che uscire di scena, come ha fatto Renzi, dicendo ‘ora vediamo se riuscite a fare una legge elettorale senza di me’ sia un po’ eccessivo”. E controproducente per il Paese, rileva il demografo, con una dirigenza politica che in Italia non sembra in grado di produrre soluzioni costruttive in alternativa al Premier dimissionario.

Daniel Reichel

(5 dicembre 2016)