Egitto rinuncia a risoluzione Onu “Su Israele, aspettiamo Trump”

Per il momento la risoluzione di condanna degli insediamenti israeliani in Cisgiordania non verrà votata alle Nazioni Unite. Era stata presentata al Palazzo di Vetro la scorsa notte dall’Egitto, sorprendendo la diplomazia israeliana. Ma sempre l’Egitto ha deciso di fare un passo indietro e posticipare a tempo indeterminato la richiesta di voto sulla risoluzione. In quest’ultima, come anticipato su questo notiziario, si affermava che gli insediamenti non “hanno alcuna validità legale”, sono “una palese violazione” del diritto internazionale e si chiede l’“immediata e completa cessazione di ogni attività” a loro legata “nei territori palestinesi occupati, inclusa Gerusalemme est” (dal testo della risoluzione).
La scelta del presidente egiziano Al Sisi di sospendere l’iter per il voto è stata dettata dalla pressione diplomatica israeliana, che ha chiesto aiuto anche al futuro presidente Usa Donald Trump. “Dopo aver capito che l’amministrazione Usa (quella attuale) non avrebbe posto il veto alla risoluzione contro Israele, diplomatici israeliani hanno contattato il comitato di transizione di Trump per chiedere aiuto al presidente eletto ed evitare la risoluzione”, ha dichiarato all’agenzia di stampa Afp un diplomatico israeliano. E il futuro inquilino della Casa Bianca è intervenuto prima denunciando pubblicamente la risoluzione – “gli Usa devono porre il veto” aveva dichiarato – poi parlando direttamente con Al Sisi. Nelle scorse ore infatti l’ufficio della presidenza egiziana ha diffuso un comunicato dicendo che nella conversazione telefonica Al Sisi e Trump (nell’immagine l’incontro tra i due a New York lo scorso settembre) hanno convenuto “sull’importanza di dare una possibilità alla nuova amministrazione americana di trattare in modo completo ed esauriente i diversi aspetti della questione palestinese, con l’obiettivo di raggiungere una completa e definitiva risoluzione al conflitto decennale”.
d.r.
(23 dicembre 2016)