Torino, viaggio nell’opera di Primo Levi

32381557722_b54eac7519_kPresentata al Circolo dei lettori di Torino la nuova edizione Einaudi delle Opere di Primo Levi, curata da Marco Belpoliti. La nuova edizione è il corpus leviano più completo mai pubblicato: comprende la versione di Se questo è un uomo del 1947, quella «classica» del 1958; venticinque testi in più fra racconti, recensioni e testimonianze, e altri otto in appendice, fra cui la tesi di laurea e le note di Levi alle edizioni scolastiche.
A presentare l’edizione in due volumi freschi di stampa accanto al curatore, Walter Barberis, presidente dell’Einaudi e gli storici Anna Bravo e Alberto Cavaglion.
“Ancora oggi Primo Levi – le parole in apertura di Barberis – risulta essere una miniera di possibili scoperte, tutte suscettibili di osservazioni ”. Al centro le riflessioni sulla cosiddetta zona grigia, che consiste nella difficoltà nel distinguere il campo degli aguzzini dal campo delle vittime, dove a regnare sono le dinamiche del potere all’interno dei gruppi. Un tema profondamente attuale. Altro punto sollevato da Barberis, il rapporto tra scrittore e testimone: quanto la scrittura ha levigato la testimonianza?, l’interrogativo posto al pubblico e ai relatori.
Per Anna Bravo nella prima fase produttiva di Levi prevale la necessità di testimoniare: “Sapeva quello che andava pubblicato perché era vivo il dovere di testimoniare”. “Nelle altre fasi invece – conclude la storica – si vede un Levi che torna costantemente sui suoi scritti e questa nuova edizione tratteggia in modo esemplare il suo andirivieni nei suoi testi”.
Pone invece l’accento sul fatto che non sia esistito un solo Primo Levi, lo storico Alberto Cavaglion: diversi infatti i riflessi dello scrittore torinese che corrispondono ad altrettante fasi. “Questa nuova edizione delle Opere rappresenta una lettura secolarizzata di un autore che ci accompagnerà per molto tempo”, così definisce il lavoro di Belpoliti.
Infine la parola passa al curatore, che spiega come il suo intento sia stato quello di inserire il Levi testimone nella letteratura, la sua letteratura, per definirne l’essenza, partendo dalla dicotomia tra testimonianza e narrazione di tale testimonianza. “Le due facce, scrittore e testimone, non coincidono: lo scrittore cambia di opera in opera, lo stesso tema della scrittura si fa metaletterario in molte delle opere leviane”. Quest’edizione ripercorre il movimento continuo di Primo Levi verso l’elaborazione di sé come scrittore. E conclude con le parole di Calvino: “La prima grande invenzione dello scrittore è inventare se stesso come scrittore”.

Alice Fubini

(26 gennaio 2017)