JCiak – Va in scena Gerusalemme

Qual è la città più filmata d’Israele? Le alternative sono due: Gerusalemme o Tel Aviv. E, forse a sorpresa, la risposta giusta è Tel Aviv. Appena 30 film dei 700 film girati in Israele fra il 1948 al 2008 sono stati ambientati a Gerusalemme. Gli altri hanno preferito accomodarsi tra il mare, i grattacieli e la movida della città bianca. Le ragioni della scelta non sono chiare. Forse gli scenari di Gerusalemme, così belli e riconoscibili, rischiano di relegare in secondo piano plot e attori. O forse il dinamismo di Tel Aviv meglio si presta a raccontare la modernità. In ogni caso le cose stanno cambiando.
Non siamo ancora davanti a un’inversione di tendenza, ma i segnali sono inequivocabili. Grazie all’impegno del Jerusalem Film Fund, istituito nel 2008, un numero crescente di filmaker opta per Gerusalemme. “I sui paesaggi così diversi sono stati scelti di recente sia per film destinati al cinema sia per programmi televisivi”, ha spiegato il direttore del fondo al Jerusalem Post.
“Gerusalemme è interessante, misteriosa, diversa e molto versatile ed è stata lo scenario di film drammatici, commedie e perfino fantasy per bambini. Da quando abbiamo iniziato a lavorare abbiamo finanziato più di 60 film ambientati nella nostra città”.
Il cambiamento di rotta si riflette con chiarezza sui biglietti. Per la prima volta, in questo che è stato un anno record per il cinema israeliano con 2 milioni di biglietti venduti, il 30 per cento degli ingressi hanno riguardato film girati a Gerusalemme.
A fare il pieno è stato The Women’s Balcony (343 mila biglietti) di Emil Ben-Shimon, commedia che racconta la crisi scatenata in un quartiere mizrahi da un giovane rabbino che convince gli uomini che le donne non hanno bisogno di un posto in tempio. Presentato al Toronto Film Festival, il lavoro sarà presto in Europa e negli Stati Uniti.
Al secondo posto nel gradimento del pubblico si è piazzato un altro beniamino di Toronto, Past Life di Avi Nesher (150 mila ingressi) che aveva girato a Gerusalemme anche il suo primo film. The Wonders, ambientandolo nel quartiere di Musrara.
Past Life, storia di due sorelle che dopo la morte del padre scoprono quanto gli è accaduto durante la guerra, è stato invece girato in una vecchia casa in Rehov Ahad Ha’Am e vanta il dubbio primato di essere il primo film a mostrare un gruppo di modelle in posa per un giornale porno sul Monte degli Olivi.
Infine troviamo Abulele, fantasy per bambini di Jonathan Geva (140 mila biglietti) che inscena la tenera storia di un ragazzino che diventa amico di una creatura magica.
A breve sugli schermi israeliani arriveranno altri film girati a Gerusalemme: Tikkun di Avishai Sivan, magnifico racconto della crisi di coscienza di un giovane hassid ambientato a Mea Shearim, vincitore due anni fa del Jerusalem Film Festival; A Quiet Heart di Eitan Anner storia di una pianista che si trasferisce a Gerusalemme; Beyond the Mountains and Hills di Eran Kolirin sulla crisi di coscienza di un veterano e Norman di Joseph Cedar, qui al suo primo film americano, con Richard Gere nei panni di un affarista con pochi scrupoli.
Film profondamente diversi uno dall’altro, come si vede. A conferma del fatto che Gerusalemme ha mille facce, una più bella dell’altra.
Daniela Gross
(2 febbraio2017)