…tweet

L’incidente diplomatico, ora felicemente concluso, fra il Messico e Israele solleva alcune interessanti questioni che riguardano i presenti ma anche futuri rapporti fra Stato d’Israele e Diaspora ebraica. Ricapitoliamo ciò che è avvenuto. Il Presidente Trump, con esplicito riferimento alla sua promessa in campagna elettorale e ora decisione operativa di costruire un muro sul confine fra Stati Uniti e Messico, in un suo tweet ha elogiato il muro che Israele ha costruito al confine con l’Egitto. Il primo ministro israeliano ha subito twittato: “Il Presidente Trump ha ragione” e ha a sua volta illustrato i vantaggi del muro israelo-egiziano. Il ministro degli Esteri del Messico ha interpretato la frase “Trump ha ragione” nel senso di un’approvazione della costruzione del muro americano-messicano, e ha reagito duramente parlando perfino di “aggressione” nei confronti del Messico da parte di Israele e chiedendo scuse formali. Il primo ministro di Israele ha risposto in televisione con la diplomatica frase “Chi mai si sognava di pensare al Messico?”, ma il governo messicano ha insistito nel pretendere scuse formali.
Finalmente il Capo dello Stato israeliano Ruvi Rivlin si è scusato pubblicamente in nome di una presunta incomprensione, e il Presidente messicano Enrique Peña Nieto ha dichiarato chiuso l’incidente. Ma non meno interessante è osservare che cosa è successo alla comunità ebraica messicana in questo frangente. Il direttivo della Comunità – sostanzialmente simile all’UCEI in Italia – adottando l’interpretazione governativa messicana che “Trump ha ragione” riguardasse il muro USA-Messico e non Israele-Egitto, si è immediatamente dissociato dalla posizione israeliana favorevole alla costruzione del muro. Dunque, in caso di dubbio, piena lealtà al Messico. Voci ebraiche interne che si sono elevate contro la posizione del Primo ministro di Israele (sempre secondo l’interpretazione messicana di “Trump ha ragione”) – per esempio quella del rabbino Marcelo Rittner, capo spirituale della grande e influente Comunità Bet El – sono state immediatamente sconfessate dal consiglio direttivo della stessa comunità che ha affermato che solo il consiglio ha la facoltà di esprimere giudizi con contenuti politici. Dunque piena lealtà a Israele. In altre parole: si è creata una temporanea, fortunatamente breve, rottura nei rapporti di amicizia fra Messico e Israele; si è creata una temporanea, fortunatamente breve, dissociazione della comunità ebraica ufficiale in Messico nei confronti dello Stato d’Israele; e si è creata una temporanea, fortunatamente breve, rottura politica all’interno della stessa comunità ebraica messicana. Tutto questo per un tweet.

Sergio Della Pergola, Università Ebraica di Gerusalemme

(2 febbraio 2017)