Israele – Rivlin: “Un’unica grande nazione e ai palestinesi piena cittadinanza”

Schermata 2017-02-14 alle 14.06.09Dopo aver criticato la recente legge della Knesset sulla regolarizzazione degli insediamenti in Cisgiordania, il Presidente d’Israele Reuven Rivlin è tornato a esprimersi sul tema. Nel corso della B’Sheva Jerusalem Conference, incontro organizzato a favore degli insediamenti, Rivlin ha nuovamente criticato la legge presentando al contempo la sua visione politica: “credo che Sion sia nostra e che la sovranità di Israele dovrebbe essere estesa a ogni blocco”, ovvero l’annessione da parte d’Israele di tutta la Cisgiordania. Una posizione che il presidente non ha mai nascosto ma su cui è tornato nelle scorse ore, spiegando che all’annessione dovrebbe seguire la concessione ai palestinesi della piena cittadinanza israeliana. “La sovranità su di un certo territorio garantisce la piena cittadinanza a tutti coloro che vi risiedono. Non ci sono scuse. Non ci può essere una legge per gli israeliani e una altra per chi non lo è”.
A 24 ore di distanza dalle critiche alla legge sugli insediamenti, Rivlin chiarisce quindi il suo pensiero. Contro la norma della Knesset, il capo dello Stato israeliano era stato molto duro: “Israele – le sue parole riportate dai media – ha adottato la legge internazionale. E questo non permette ad uno Stato di agire applicando e forzando le proprie leggi a territori che non sono sotto la sua sovranità. È una cacofonia legale. Causerà ad Israele di essere visto come uno Stato d’apartheid, cosa che non è”.

Un concetto ribadito davanti al pubblico della B’Sheva Jerusalem Conference, spiegando che lo Stato ebraico non può applicare le sue leggi su territori esterni alla sua sovranità: “La questione della espropriazione della terra deve essere una legge [emanata] dallo Stato sovrano – ha detto il presidente – corretta e uguale per tutti i cittadini, e non una legge extraterritoriale che viene applicata in base alle esigenze”. La legge in questione permette di legalizzare retroattivamente gli insediamenti costruiti su proprietà privata palestinese a fronte di un risarcimento dei legittimi proprietari. Il provvedimento, sostenuto in particolare dall’ala più a destra del Likud (il partito del Primo ministro Benjamin Netanyahu) e da HaBayt HaYehudi, è stato fortemente criticato a livello internazionale. Sembra che a causa della sua approvazione la cancelliera Angela Merkel abbia deciso di sospendere l’incontro previsto per maggio con il Premier Netanyahu, impegnato domani in un importante vertice con il Presidente Usa Donald Trump.

d.r.

(14 febbraio 2017)