Tempo di grandi cambiamenti per l’Alta Corte
Quattro nuovi giudici salgono in cattedra

Una svolta conservatrice all’interno della Corte Suprema israeliana. Così è stata descritta dai media locali la nomina dei quattro nuovi giudici che andranno a sostituire nella massima rappresentanza giuridica d’Israele i quattro colleghi che a settembre andranno in pensione. David Mintz, Yael Willner, Yosef Elron e George Kara andranno a far parte dei 15 giudici della Corte, dopo essere stati nominati ufficialmente mercoledì scorso dalla Commissione presieduta dal ministro della Giustizia Ayelet Shaked. “Oggi abbiamo fatto la storia. La nomina di questa sera riflette la diversità umana e giuridica così necessaria per la nostra società, una diversità che fino ad ora era stata carente all’interno della nostra Alta Corte”, le parole della Shaked, considerata da molti come la vera vincitrice di questo nuovo round di nomine. Shaked infatti, così come il capo del suo partito Naftali Bennett (leader di HaBayt HaYehudi), non hanno lesinato in passato critiche alla Corte Suprema: in ultimo la recente decisione di imporre lo sgombero dell’insediamento di Amona, definito dai giudici illegale per la legge israeliana. Shaked, Bennett e una parte della destra israeliana hanno attaccato con toni molto accesi la Corte per questa e per altre decisioni simili, accusandola di partigianeria e di andare oltre le proprie competenze, invadendo il campo della politica. Le nomine di mercoledì, nell’ottica del ministro della Giustizia, cambieranno le cose. “Quando abbiamo scelto questi giudici, sapevamo quale fosse la loro visione, e non sto parlando di destra o di sinistra ma di attivismo contro conservatorismo – ha dichiarato Shaked al quotidiano Yedioth Ahronoth – L’obiettivo era promuovere giudici conservatori ed è stato realizzato”. Per il ministro, la Corte – massima espressione del sistema di check and balance tra poteri all’interno della democrazia israeliana – in passato è intervenuta in modo troppo attivo sulle decisioni politiche della Knesset, bocciando alcuni provvedimenti di legge (in molti prevedono che lo che avrà questo destino la recente legge di regolamentazione degli insediamenti, fortemente appoggiata, tra gli altri, dal partito di Shaked e Bennett).
I quattro giudici
Tre dei quattro nominati, spiegano i media israeliani, erano nella lista dei preferiti da Shaked, da qui il fatto che molti commentatori definiscano la decisione di mercoledì scorso una vittoria anche personale del ministro.
Mintz, attualmente giudice distrettuale di Gerusalemme, è stato definito come la prima scelta di Shaked: provenienti dagli insediamenti di Gush Etzion, in Cisgiordania, è considerato un forte sostenitore delle posizioni conservatrici.
Yosef Elron, il presidente del tribunale distrettuale di Haifa dal 2013, secondo il Times of Israel ha posizioni moderate mentre secondo Haaretz è più vicino al mondo conservatore. Il suo nome sarebbe stato appoggiato dal ministro delle Finanze Moshe Kahlon, anche lui parte della commissione che ha nominato i giudici. Elron aveva in ogni caso il benestare di Shaked che invece, ancora secondo il Times of Israel, ha apertamente appoggiato la nomina di Yael Willner, ebrea ortodossa (come Mintz) specializzata in cause civile.
Alcuni commentatori, come richiama il Post, hanno ipotizzato che sia troppo presto per giudicare se la Corte si sia effettivamente spostata a destra: Yedidya Stern, che insegna legge alla Bar-Ilan University di Tel Aviv e presiede un centro studi sulle istituzioni israeliane, ha spiegato che i quattro nominati sono “giudici bravi ed efficienti”, ma ha avvertito che “in assenza di una costituzione, il tradizionalismo può manifestarsi in un indebolimento dei diritti umani e di quelli delle minoranze”.

Daniel Reichel

(26 febbraio 2017)