Ticketless – Vaccino contro BDS
Nelle università italiane un vaccino contro BDS esiste da tempo. Pochi se ne servono. Lo si trova a buon mercato negli scambi, nelle borse di studio, nei viaggi che tanti giovani intraprendono per completare le loro ricerche. Mi riferisco più alle facoltà umanistiche che a quelle scientifiche, che conosco meno. Tornano in Italia, questi studenti, dopo soggiorni talora molto lunghi, talora brevi a Gerusalemme o Tel Aviv. Li riconosci subito perché sono vaccinati contro ogni settarismo. Disincantati, sono capaci di formulare critiche mai astratte, ma sempre fondate sulla esperienza onesta, “visiva” e perciò accettabile, comunque la pensi ciascuno di noi. Mentre questo portale ci aggiornava sulla diffusione del contagio di BDS, anche in Italia, leggevo il diario di viaggio di uno di questi giovani, appena pubblicato (Francesco Migliaccio, “Primavera breve. Viaggio tra i labili confini di Israele e Palestina”, Napoli, Monitor edizioni).
Italianista formatosi a Torino, letterato puro, ma non al punto di disconoscere le leggi spietate della politica internazionale, Migliaccio si è messo in viaggio, memore di Boine, seguendo le tracce degli ulivi. Un soggiorno più di lavoro che di studio. Ha vissuto con una famiglia ebraica in Galilea, ha lavorato per i palestinesi fra Gerusalemme e Ramallah, infine ha trascorso due settimane fra i coloni israeliani nella valle del Giordano. Da un computer scassato ha spedito ogni giorno delle mail ai suoi amici italiani, esterrefatti di fronte al suo pur guardare in faccia le cose. Dotato di forte senso dell’equilibrio descrive e giudica, quando è il caso critica con asprezza. Leopardi, l’amato e studiato Leopardi, affiora nei dialoghi con gli israeliani più anziani, la cui speranza giovanile è andata perduta come le illusioni di Silvia. “Il vago avvenire tanto atteso” risuona per questo più autentico e prende il lettore alla gola.
Alberto Cavaglion
(8 marzo 2017)