Netanyahu e Putin, il vertice
Sull’Iran strade divise
Nel corso di una visita ufficiale al Cremlino, il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha elogiato il contributo della Russia nella lotta al terrorismo islamista, in particolare contro Daesh e Al Qaeda. Incontrando il presidente russo Vladimir Putin, Netanyahu ha affermato, in un comunicato diffuso alla stampa, ha definito i rapporti con Mosca come “una genuina amicizia”, sottolineando che i rapporti con Israele sono improntati a un rafforzamento delle relazioni “economiche, tecnologiche, turistiche e culturali”. Il Primo ministro israeliano ha inoltre ricordato il “ponte vivente” che lega i due paesi, ovvero il milione di persone proveniente dall’ex Unione Sovietica che vive attualmente in Israele. Se su molti punti tra i due leader c’era sinergia, diverse le posizioni sull’Iran. Netanyahu ha infatti ribadito come Teheran costituisca una minaccia vitale per lo Stato ebraico. Ricordando la festa di Purim, il Premier ha spiegato che 2500 anni fa la Persia “cercò di cancellare il popolo ebraico e non ci riuscì”. “Oggi c’è un tentativo degli eredi di quella Persia, l’Iran, di distruggere lo Stato degli ebrei. Lo dicono nel modo più chiaro possibile e lo scrivono persino sui loro missili”. Netanyahu ha anche spiegato che Gerusalemme è preoccupata dalla possibilità che nel vuoto creato da Daesh e da Al Qaeda si inserisca “il terrorismo sciita guidato dall’Iran”. La risposta di Putin, in particolare parlando del riferimento alla festa di Purim, è stata chiara: “ora viviamo in un mondo diverso. Cerchiamo di parlare di questo”.
(10 marzo 2017)