Netanyahu-Kahlon, il confronto per non tornare alle elezioni
Mentre l’esecutivo del Primo ministro Benjamin Netanyahu si trova in un momento delicato, con il duro confronto tra il Premier e il ministro delle Finanze Moshe Kahlon, a Gerusalemme torna a colpire il terrorismo palestinese: nelle scorse ore infatti le forze di sicurezza israeliane hanno sventato un nuovo attacco compiuto da una donna presso la Porta di Damasco. Armata di coltello, la donna ha aggredito e cercato di colpire con un coltello i soldati, che però hanno reagito in tempo, bloccando l’attacco. Secondo quanto riportano i media israeliani, la terrorista è stata uccisa. Lo Shin Bet, il servizio di intelligence interno, ha intanto messo in guardia autorità e popolazione dal rischio di nuovi attacchi in occasione dell’imminente festività ebraica di Pesach. “Non c’è dubbio che le organizzazioni terroristiche, in particolare Hamas, cercheranno di minacciare la stabilità e di effettuare nuovi attacchi. Il nostro obiettivo – le parole di un alto funzionario dello Shin Bet – è quello di consentire a tutta Israele di passare delle festività tranquille”. Alta dunque l’attenzione in queste settimane sul fronte sicurezza ma anche sul versante politico ci sono delle turbolenze: il citato confronto, o meglio scontro, tra Netanyahu e Kahlon, dovuto a un dissidio sulla riforma dell’Autorità pubblica per il controllo di radio e telecomunicazioni, continua. I due si sono incontrati più volte in questi giorni ma il compromesso non è arrivato.
Come spiegava su questo Portale Sergio Della Pergola, docente dell’Università Ebraica di Gerusalemme, “Israele come molti altri paesi ha un’Autorità pubblica per le trasmissioni televisive e radiofoniche (la Reshut Hashidur – in inglese IBA). La IBA controlla il primo canale televisivo e la radio pubblica ed è governata da un gruppo dirigente indipendente anche se inevitabilmente influenzato dal volere della politica governativa. Esiste anche una Seconda Autorità che controlla gli altri canali televisivi – solitamente molto più popolari – anch’essa nominata con procedure miste fra il privato e il pubblico”. Il Primo ministro Netanyahu aveva però deciso di riformare l’Iba, con il benestare del precedente governo da lui guidato. Quell’esecutivo era però stato sciolto a causa dei contrasti tra il Premier e alcuni suoi ministri (in particolare con l’allora ministro della Giustizia Tzipi Livni e con l’allora ministro delle Finanze Yair Lapid), portando a elezioni anticipate e a una nuova conferma per Netanyahu alla guida d’Israele. Sul tavolo del nuovo esecutivo è quindi arrivata la riforma delle comunicazioni, su cui ha lavorato anche l’attuale ministro delle Finanze Moshe Kahlon. Quando tutto sembrava pronto per il via libera, c’è stato il ripensamento da parte di Netanyahu. “Alla domanda come mai all’ultimo momento Netanyahu si sia schierato contro una legge che lui stesso aveva fatto approvare, – scrive Della Pergola – la sua risposta è: “Mi è saltato il gene sefardita (!), e ho cambiato idea”. Kahlon insiste che non cederà, Bibi allora minaccia di licenziare il governo e di tornare alle urne dopo soli due anni dalle elezioni anticipate del 2015 che a loro volta avevano seguito di soli due anni le altre elezioni anticipate del 2013”. La situazione non pare sbloccarsi, tanto che il ministro dell’Interno Aryeh Deri in queste ore ha dichiarato di aver chiesto al capo dell’opposizione, il leader laburista Isaac Herzog di entrare nella coalizione di governo. “Alla luce delle sfide che il paese deve affrontare, Herzog e il suo partito dovrebbero unirsi al governo” ha scritto Deri su Twitter. Un’offerta che difficilmente il leader laburista accetterà ma che dimostra quanto sia alta la tensione all’interno della maggioranza.
Daniel Reichel
(29 marzo 2017)