Torino – In marcia con gli ideali di Artom
Indifferenza. Questa la parola simbolo della Marcia Emanuele Artom organizzata come ogni anno dalla Comunità Ebraica di Torino insieme alle Comunità Ebraiche di Casale Monferrato e di Vercelli e con la Comunità di Sant’Egidio. Il patrocinio della Città di Torino e del Consiglio Regionale del Piemonte, poi, ha portato al lavoro dei ragazzi delle scuole coinvolte anche il riconoscimento delle istituzioni cittadine. L’appuntamento era alla lapide dedicata ai deportati presso il binario 17 della stazione di Porta Nuova, e i partecipanti si sono mossi verso la comunità, dove ad aspettare la folla guidata dallo striscione portato dagli studenti, dai gonfaloni della Città e della Comunità Ebraica e dai cartelli con i nomi dei campi di concentramento c’erano tutti i bambini e ragazzi che hanno preparato nelle scorse settimane piccoli discorsi, interventi musicali e le installazioni che facevano bella mostra di sé nella Piazzetta Primo Levi e su cui anche la sindaca Chiara Appendino ha voluto lasciare il suo messaggio.
Dario Disegni, presidente della Comunità di Torino, in apertura della manifestazione, ha voluto sottolineare come la presenza in memoria di Emanuele Artom, dei vertici delle Istituzioni, con i rappresentanti delle Associazioni partigiane, delle confessioni religiose e delle associazioni culturali, insieme a cittadini e studenti delle scuole torinesi sia diventato un appuntamento importante, un momento significativo di riflessione e di impegno civile.
La presenza della Sindaca Chiara Appendino, che ha voluto riconfermare il patrocinio e il sostegno dell’Amministrazione cittadina e del Vice Presidente del Consiglio Regionale e Presidente del Comitato Resistenza e Costituzione, Nino Boeti, insieme al Prefetto, interlocutore attento e interessato, ha mostrato una volta in più come la memoria di Emanuele Artom sia un’eredità importante e tenuta in gran conto dalla cittadinanza tutta, un appuntamento di incontro e di pensiero non retorico e non formale. Ha poi proseguito: “Anche se troppo spesso gli uomini e le società sembrano non imparare dagli eventi trascorsi, e di fatto l’historia non si dimostra magistra vitae (o paradossalmente lo appare al contrario), soffermarsi con occhio attento e analitico sulle aspirazioni, sui programmi, sulle visioni del mondo maturate in fasi decisive e tragiche è essenziale per capire chi siamo e da dove veniamo; aiuta, inoltre, a interrogarsi sulle questioni di fondo e a comprendere il mondo attuale, assai diverso da quello di oltre settant’anni fa, ma legato a esigenze analoghe ed esposto ad analoghi rischi collettivi. La vicenda di Emanuele Artom è ancora esemplare. Esemplare la sua scelta di partecipare in prima persona, da giovane volontario, alla lotta contro la tirannia. Esemplare l’atteggiamento critico, eppure costruttivo e costantemente educativo, che Egli tenne come commissario politico nelle Valli valdesi, e che i suoi Diari ci rivelano a ogni pagina”.
La Marcia Emanuele Artom è diventata a Torino un appuntamento centrale nel calendario civile della memoria situata tra quelli che aiutano a riflettere sul passato, sulle decisive, sulle violenze e sulle ingiustizie del nazifascismo, e, di riflesso, sulla realtà di oggi, che talvolta pare evocare i fantasmi di quelle violenze e di quelle ingiustizie. Contro l’indifferenza. E Chiara Appendino, intervenuta dopo alcune letture e una riproduzione dei rumori di guerra a cura dei bambini della primaria della scuola ebraica, ha voluto ricordare a tutti i presenti la storia di Artom, “uomo che diede la vita per ideali che oggi ci permettono di vivere in pace, in un paese libero, dove tutti, senza differenze di colore della pelle, cultura religione, genere od orientamento politico, da cittadini uguali e senza costrizioni, con pari diritti e doveri verso la società e le sue istituzioni”.
A Torino in questi stessi giorni si sta svolgendo la quinta edizione di Biennale Democrazia, laboratorio di riflessione civile a cui prendono parte tantissimi giovani, con un desiderio autentico di capire e di comprendere i temi della convivenza sociale e politica e di interrogarsi sulle aberrazioni della storia. “Il lascito anche letterario di Emanuele Artom – ha continuato Appendino – aiuta a conoscere il passato per capire meglio il presente. La tutela dei diritti, il superamento delle discriminazioni e la centralità dell’uomo in ogni aspetto della vita economica e sociale delle nostre comunità sono temi di forte attualità. C’è in tutti noi la volontà di riflettere sulle sfide che ci attendono, oggi come negli anni a venire, e di comprendere l’importanza della coesione per affrontare il crescere di nuove emergenze”. Altri interventi musicali, le parole dei bambini, poi ha preso la parola Nino Boeti, che ha voluto ricordare oltre ad Artom le figure di altri di altri giovani convinti che le trasformazioni di un paese passi obbligatoriamente attraverso la cultura e il rispetto per gli altri, ed ha citato Robert Kennedy: Dobbiamo avere paura di coloro che trovano la repressione più congeniale della giustizia, e la rabbia più popolare della compassione. Lasciate che seguano la loro strada, non è la nostra”. La difesa della Memoria e l’impegno nei confronti di un futuro di pace e comprensione reciproca sono stati citati anche dal Prefetto, Renato Saccone, che ha voluto essere presente per mostrare, una volta di più, la sua amicizia e la sua vicinanza alla comunità.
E prima che la mattinata si concludesse con le canzoni dei bambini della scuola ebraica – accompagnati da Andrea Bertino alla chitarra e dal musicista Tatè Nsongan alla percussioni – la presidente della Comunità di Sant’Egidio Daniela Sironi ha voluto ringraziare pubblicamente e salutare Sonia Brunetti, fra gli artefici principali della Marcia, che alla conclusione dell’anno scolastico in corso lascerà la direzione della scuola ebraica per andare in pensione. E dopo aver cantato un testo di rav Kook musicato da Gabriella Cigolini, insegnante della scuola, è con Oltre il ponte – le parole sono di Italo Calvino – che i bambini hanno dato a tutti i presenti appuntamento al prossimo anno.
Ada Treves twitter @ada3ves
(31 marzo 2017)