“Unesco, nuovo voto dell’odio Italia sappia mantenere impegni”
Nelle prossime settimane l’Assemblea dell’Unesco, l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Educazione, la Scienza e la Cultura, sarà chiamata a votare una nuova risoluzione ispirata alle richieste dell’Autorità nazionale palestinese, fondata sul chiaro intento di attaccare e delegittimare Israele. In occasione delle celebrazioni pasquali, che quest’anno coincidono per ebrei e cristiani, la Presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Noemi Di Segni ha inviato un messaggio al Presidente del Consiglio Paolo Gentiloni, al Ministro degli Affari Esteri Angelino Alfano, all’Alta rappresentante dell’Unione Europea per gli Affari Esteri Federica Mogherini, affinché l’Italia e l’Unione Europea si schierino fermamente contro la risoluzione e si facciano custodi dei valori democratici che Israele rappresenta.
Nelle prossime settimane, in sede Unesco, l’Assemblea tornerà ad esprimersi su una nuova risoluzione in cui, non solo si negherà la radice ebraica di Gerusalemme, ma si chiederà addirittura allo Stato di Israele, unica reale democrazia del Medio Oriente, di rinunciare al controllo e alla sovranità sulla sua legittima città Capitale. Una richiesta presentata da alcuni Paesi arabi a nome dell’Autorità Nazionale Palestinese. Richiesta paradossale che si aggiunge all’aberrante disconoscimento della storia di Gerusalemme.
L’auspicio degli ebrei italiani è che, in questa nuova e insidiosa circostanza, l’Italia sappia agire con coscienza rispetto all’imperativo storico e con conoscenza delle reali criticità e sfide geopolitiche. Che sappia mantenere l’impegno assunto nell’ottobre scorso e che questa volta non si limiti ad esprimere un voto di astensione registrato dall’automatismo dicasteriale. Che davanti a iniziative di questo tipo, l’Italia si schieri fermamente per il no. Non lo chiedono solo gli ebrei italiani, lo chiedono tutti gli uomini che desiderano vivere oggi in un mondo guidato dalla ragione e dalla ragionevolezza. Una posizione ancor più doverosa oggi, alla luce dell’ulteriore recrudescenza del terrorismo islamico e della scia di sangue che lascia nelle nostre vite quotidiane che l’Italia deve saper rappresentare e difendere anche nel contesto istituzionale europeo. È fondamentale che l’Unione Europea, in difesa dei valori appena riaffermati in occasione delle celebrazioni del sessantesimo anniversario dei Trattati di Roma, vigili sulla credibilità dei Paesi membri e che si attivi affinché le Organizzazioni Internazionali ed Agenzie siano davvero autorevoli e rispondano pienamente al loro mandato. A quanto abbiamo loro demandato.
Crediamo fermamente che l’Italia possa e debba prendere la guida di un processo di re-integrazione e affermazione di una costituzione Europea, partendo dai Paesi mediterranei e assieme ad altri proseguire il lungo percorso avviato in questi importanti anni.
Gerusalemme celebrerà il suo cinquantesimo anniversario a fine maggio e tale momento deve e dovrà essere, esattamente al contrario, dedicato ad una condivisione di valori e di ulteriore sviluppo di una città che trae la sua forza dal passato millenario e rivolge una luce verso un futuro comune, di arte e di scienza, di religiosi silenzi e di preghiere comuni, per l’oggi e il domani.
Vi invio questo messaggio alla vigilia delle celebrazioni pasquali, che quest’anno coincidono per ebrei e cristiani. In questa festa di Pesach, la Pasqua ebraica, ricordiamo la liberazione dalla schiavitù vissuta per quattrocento anni, e il valore di una libertà acquisita attraverso la formazione di una nazione e la condivisione della Torah – il “Trattato” e la fonte primaria delle nostre religioni. È una giornata della memoria che ci accompagna da generazioni e che narreremo ai nostri figli, per ricordare loro che abbiamo attraversato un mare e un deserto per integrarci in un territorio. Un messaggio quanto mai attuale per tutti, anche per affrontare le complesse sfide del presente. La serata centrale della festa si chiude con l’auspicio di ritrovarci l’anno prossimo a Gerusalemme (Leshana Habaa Beyerushalaim), e questo è quanto vorrei estendere quale augurio a Voi e a tutti coloro che desiderano la pace – ritrovarsi in una Gerusalemme che unisce e che irradia la sua luce.
Noemi Di Segni, Presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane