Netayahu-Putin, nuovo vertice Israele vuole garanzie in Siria
Negli ultimi due anni Benjamin Netanyahu ha incontrato Vladimir Putin cinque volte, ovvero più di ogni altro capo di Stato e di governo. E presto il conto dei vertici tra i due salirà a sei: il Premier israeliano e il presidente russo hanno infatti fissato per mercoledì a Sochi una nuova riunione. È il tema principale, oggi come in passato, sarà la sicurezza d’Israele: Gerusalemme non può accettare che ai suoi più pericolosi nemici, Iran e Hezbollah (movimento terroristico libanese sovvenzionato da Teheran), sia stato lasciato così tanto spazio di manovra in Siria da Mosca e Washington. Putin e il presidente Usa Trump il 7 luglio scorso hanno infatti annunciato un cessate il fuoco all’interno del territorio siriano che Netanyahu ha in seconda battuta duramente criticato. In questa tregua infatti, il Primo ministro non ha ravvisato le garanzie necessarie per Israele di fronte alla minacciosa influenza in Siria di Teheran e del suo braccio armato nella regione, Hezbollah. Per cambiare questa situazione, la diplomazia israeliana, racconta il popolare quotidiano israeliano Yedioth Ahronoth, ha avviato in queste settimane intensi incontri bilaterali, con i russi da una parte e con gli americani dell’altra, affinché nel prossimo accordo venga ridotta la presenza iraniana in Siria.
Sia Teheran che Mosca sostengono il regime di Assad ma Putin, da quando ha deciso di impiegare il suo esercito sul territorio, ha stretto un accordo con Netanyahu in modo da garantire all’aviazione israeliana di colpire oltre confine Hezbollah: negli ultimi cinque anni è accaduto almeno un centinaio di volte, ha dichiarato il generale Amir Eshel, ex capo di Stato maggiore dell’aeronautica israeliana. Bersaglio dei raid, per lo più convogli di armi destinati al movimento terroristico sciita libanese. Permettere con la tregua a quest’ultimo e all’Iran di consolidarsi nel sud della Siria, sarebbe quindi per Israele un problema significativo dal punto di vista logistico e della sicurezza interna. Più volte in passato, analisti ed esperti militari israeliani – anche interni all’esercito – hanno sottolineato che la prossima guerra per Israele potrebbe esplodere a nord, di nuovo con Hezbollah, come accaduto nel 2006: la situazione però sul terreno è molto più complicata rispetto a undici anni fa e per questo Gerusalemme vuole garanzie sia da Putin sia da Trump.
(20 agosto 2017)