Israele si ferma per Kippur
“Rispettiamo le idee di tutti”
Gerusalemme, Israele e tutto l’ebraismo internazionale si preparano in queste ore alla celebrazione dello Yom Kippur, il giorno considerato più sacro e solenne del calendario ebraico. Ieri sono stati migliaia i fedeli che si sono recati al Kotel (il Muro Occidentale a Gerusalemme) per recitare le Selichot, le poesie penitenziali (nell’immagine un momento della serata). Tra i tanti messaggi pubblici legati a Kippur, molto apprezzato quello del Presidente d’Israele Reuven Rivlin: “Qui a volte è difficile. Molto difficile. Ma non è una scusa per i peccati che commettiamo usando la nostra lingua, le nostre parole contro settori della società o interi gruppi, contro persone che non la pensano come noi – afferma Rivlin – Dal punto di vista del Paese, ciascuno di noi dovrebbe chiedere perdono per ciò che ha fatto e detto del suo prossimo”.
Sul fronte della sicurezza, l’esercito israeliano ha annunciato la chiusura dei passaggi tra Cisgiordania e Israele e Gaza e Israele: un blocco che le autorità adottano sempre in concomitanza con le festività ebraiche e da cui
sono escluse le emergenze umanitarie e altri casi considerati sensibili. Il provvedimento dovrebbe durare fino a sabato sera, fino al termine della festa. Speciali misure di sicurezza sono state applicate inoltre all’area dell’insediamento di Har Adar, teatro di un attacco terroristico palestinese in cui sono morti tre israeliani. “L’inchiesta sull’attentato continua e la polizia non sta lasciando nulla al caso”, ha dichiarato il portavoce della polizia Micky Rosenfeld, aggiungendo che ai lavoratori palestinesi – quelli dotati di licenza – è per il momento vietato entrare nell’insediamento. “Har Adar – ha dichiarato Rosenfeld – sarà nuovamente aperto ai lavoratori palestinesi non appena la polizia effettuerà le valutazioni di sicurezza adeguate e dichiarerà che l’area è sicura”.
Ieri intanto è tornato dal Messico il team dell’esercito israeliano, impegnato a portare soccorso alla popolazione messicana colpita da un terremoto il 19 settembre scorso. Oltre trecento le vittime del sisma che si è concentrato nell’area di Mexico City, dove hanno operato i 71 membri della delegazione israeliana, impegnati nelle ricerche dei sopravvissuti e nel primo soccorso. “Quando ci sono disastri naturali, le nazioni, almeno le nazioni illuminate, lavorano insieme. A questo proposito, lo Stato di Israele e il suo esercito hanno più volte agito con successo”, ha affermato il Primo ministro d’Israele Benjamin Netanyahu accogliendo il team di Tsahal di ritorno dal Messico.