Hayut alla guida dell’Alta Corte “Tuteliamo divisione dei poteri”
La cerimonia di insediamento della nuova presidente della Corte suprema israeliana Esther Hayut è stata l’occasione per far emergere nuovamente le tensioni tra il potere giudiziario e l’esecutivo. “Prego che riusciremo a preservare la struttura esistente affinché non si spacchi e perché non venga danneggiata”, ha detto Hayut dopo il giuramento, riferendosi all’attuale equilibrio tra i poteri dello Stato. “Questa preghiera per preservare ciò che abbiamo oggi è forse più necessaria che mai per via dei preoccupanti tentativi di minare lo status e l’indipendenza del ramo giudiziario”. Un chiaro riferimento al tentativo della maggioranza guidata dal Primo ministro Benjamin Netanyahu – presente alla cerimonia – di riformare i poteri della Corte: l’obiettivo dichiarato è quello di cambiare la “Legge fondamentale” d’Israele e creare un meccanismo che permetta alla Knesset di superare le sentenze dell’Alta Corte, che in questi anni ha bocciato diverse leggi approvate dalla maggioranza. I ministri della Giustizia e dell’Educazione Ayelet Shaked e Naftali Bennett l’hanno definita una “controrivoluzione” contro cui è intervenuto anche il Presidente d’Israele Reuven Rivlin, definendo la Corte “uno dei custodi nella nostra democrazia”. “I disaccordi degli ultimi mesi ci hanno messo alla prova”, ha detto Rivlin nel suo discorso alla cerimonia di giuramento, parole meno dure di quelle pronunciate pochi giorni fa durante l’apertura dei lavori invernali della Knesset. “Avete davanti a voi una rara opportunità di lavorare insieme per regolare i rapporti tra le autorità e per ancorarli alla legislazione”. “Israele può essere orgogliosa dell’indipendenza della sua magistratura, che non teme altro che la legge”, ha detto la presidente uscente Miriam Naor in un commosso discorso di addio. “L’ indipendenza giudiziaria, tuttavia, non deve essere data per scontata. Dobbiamo proteggerla”. Naor in passato si è scontrata più volte con l’attuale ministro della Giustizia Shaked che, intervenendo durante l’insediamento di Hayut, ha ribadito le sue critiche alla Corte. “Negli ultimi decenni, e ancor di più dopo la rivoluzione costituzionale, la Corte si è purtroppo trasformata in qualcosa percepito come fazioso nel dibattito pubblico. Allo stesso tempo, e quasi inevitabilmente, c’ è stato un calo significativo della fiducia del pubblico in questa istituzione”, ha aggiunto Shaked, dichiarando di essere fiduciosa nella capacità di Hayut di “delimitare” la Corte e portarla in un “posto migliore”.
I media israeliani definiscono Hayut come un giudice dalle posizione moderate. Rispetto al collega Menachem Mazuz, contrario alla demolizione delle case dei terroristi, la presidente della Corte ha spiegato che si atterrà alla giurisprudenza precedente che le ha permesse. La giornalista Naomi Levitzky, scrive Haaretz, spiegava che il ministro Shaked era contraria alla nomina di Hayut per la posizione della giudice sulla legge che permette al governo di evitare di dare la cittadinanza israeliana o la residenza a palestinesi sposati con israeliani: una norma temporanea, legata a questioni di sicurezza, approvata per la prima volta nel 2003 e da allora rinnovata annualmente. Hayut, secondo quanto afferma Levitzky, non sostiene il provvedimento.
d.r.