A 100 anni dalla Dichiarazione BalfourMay: “Orgogliosi di quella decisione”
“Siamo orgogliosi del ruolo avuto nella creazione dello Stato d’Israele”. Ad affermarlo, il Primo ministro britannico Theresa May che oggi incontrerà il Premier israeliano Benjamin Netanyahu in occasione di una cerimonia dedicata al centenario della Dichiarazione Balfour. Le parole della May fanno riferimento proprio alla lettera inviata il 2 novembre del 1917 da lord Arthur Balfour, allora ministro degli Esteri della Gran Bretagna, a lord Walter Rotschild, in cui viene riconosciuta la legittimità dell’aspirazione del movimento sionista a costituire in Eretz Israel il proprio Stato. “Oggi – si legge in un comunicato diffuso dall’ufficio del Primo ministro May alla vigilia delle celebrazioni dell’anniversario – c’è una nuova e perniciosa forma di antisemitismo che usa le critiche alle azioni del governo israeliano come una giustificazione sprezzante per mettere in discussione il diritto di Israele di esistere”. “Questo è aberrante e non lo condividiamo – le parole della May che saranno lette in occasione della cena con Netanyahu – Criticare le azioni di Israele, non è mai, e non potrà mai essere, una scusa per mettere in discussione il diritto di Israele ad esistere”. In un video lanciato sui social prima di incontrare la May, Netanyahu ha ricordato come la dichiarazione Balfour abbia “aiutato ad aprire la strada per la formazione dello Stato ebraico nella Terra d’Israele”. E prima di arrivare a Londra, il Premier israeliano aveva anche risposto al presidente dell’Autorità nazionale palestinese Mahmoud Abbas, secondo cui la dichiarazione Balfour avrebbe “negato il diritto di autodeterminazione arabo-palestinese” e sarebbe stata una tragedia. La vera tragedia, la risposta di Netanyahu, è stata il rifiuto dei palestinesi di accettare le intenzioni della dichiarazione. Sul Guardian, inoltre, l’ambasciatore israeliano in Gran Bretagna Mark Regev ha scritto che “in seguito alla dichiarazione Balfour del 1917, Sharif Hussein, leader della rivolta araba, invitò gli arabi a ‘accogliere gli ebrei come fratelli e collaborare con loro per il benessere comune’. Queste sagge parole sono state ignorate dalla leadership araba palestinese e continuano ad essere ignorate dal Presidente Mahmoud Abbas”. “Anziché ‘negare il diritto arabo-palestinese all’autodeterminazione’, il presidente Abbas sa che la Gran Bretagna ha ripetutamente avanzato proposte che avrebbero portato all’ indipendenza palestinese. – scrive l’ambasciatore Regev – Anche quando, nel 1937, la Gran Bretagna presentò un piano di spartizione che offriva agli ebrei solo il 15 per cento della terra, la leadership palestinese rifiutò, ritenendo che negare il diritto del mio popolo all’autodeterminazione avesse la precedenza sul diritto alla sovranità del proprio popolo”. “Se i palestinesi avessero portato avanti i negoziati invece dell’estremismo e dello scontro, forse il Presidente Abbas avrebbe giustamente riconosciuto oggi Balfour come un passo positivo verso la nascita dello Stato ebraico, e non sarebbe stato tanto turbato dall’incapacità della sua leadership di ottenere la sovranità per il suo popolo”, l’affondo dell’ambasciatore.
In merito alla dichiarazione, queste le storiche parole che Balfour inviò il 2 novembre 1917 a Rothchild: “Egregio Lord Rothschild, è mio piacere fornirle, in nome del governo di Sua Maestà, la seguente dichiarazione di simpatia per le aspirazioni dell’ebraismo sionista che è stata presentata, e approvata, dal governo. Il governo di Sua Maestà vede con favore la costituzione in Palestina di un focolare nazionale per il popolo ebraico, e si adopererà per facilitare il raggiungimento di questo scopo, essendo chiaro che nulla deve essere fatto che pregiudichi i diritti civili e religiosi delle comunità non ebraiche della Palestina, né i diritti e lo status politico degli ebrei nelle altre nazioni. Le sarò grato se vorrà portare questa dichiarazione a conoscenza della federazione sionista”.
d.r. @dreichelmoked