Netanyahu e l’incontro con l’Ue,
a Bruxelles per voltare pagina

mogherini netanyahuIl Premier Benjamin Netanyahu sarà il primo capo di governo israeliano, negli ultimi 22 anni, a incontrare ufficialmente a Bruxelles i rappresentanti dell’Unione europea. Il prossimo 11 dicembre infatti Netanyahu – su invito della Lituania, riportano i quotidiani israeliani – si recherà nella capitale belga per incontrare i 28 ministri degli Esteri dell’Ue, prima della loro riunione mensile. L’ultima visita di questo tipo risale al 1995, quando Shimon Peres, allora ministro degli Esteri e Primo ministro facente funzioni, si recò a Bruxelles.
La visita “è estremamente importante perché è un’occasione unica per incontrare a Bruxelles 28 ministri degli Esteri e importanti attori dell’Ue”, ha dichiarato il portavoce del ministero degli Esteri Emmanuel Nahshon. Netanyahu (nell’immagine durante un incontro al World Economic Forum di Davos con l’Alto rappresentante agli Affari Esteri dell’Unione europea Federica Mogherini) avrà la possibilità di “presentare la posizione di Israele per quanto riguarda le sfide strategiche e le problematiche che ci troviamo ad affrontare nella regione”, ha proseguito Nahshon, definendo l’incontro “un’occasione unica per rafforzare i legami tra Israele e l’Unione europea. Penso che sarà uno degli appuntamenti diplomatici più importanti per Israele”.
Lo scorso anno a recarsi a Bruxelles era stato il Presidente israeliano Reuven Rivlin, che dagli scranni del Parlamento europea aveva lanciato un appello ai governi del Vecchio Continente: “Se l’Europa è interessata a essere un fattore costruttivo nello sforzo per un futuro accordo” di pace tra israeliani e palestinesi “incombe sui suoi leader di concentrarsi su una paziente e metodica costruzione della fiducia: non attraverso disinvestimenti, ma tramite investimenti, non con i boicottaggi, ma con la cooperazione”. “Sento che la massiccia critica dell’Europa verso Israele nasce tra l’altro dalle incomprensioni e dell’impazienza verso le necessità esistenziali dello Stato di Israele e del suo popolo” mentre, al contrario, “in Israele cresce il senso di impazienza verso l’Europa e c’è chi sente rabbia e frustrazione verso certe azioni europee” che “fanno percepire come ingiuste le critiche, a volte contaminate da elementi di accondiscendenza e da ‘doppio standard’ come direbbero alcuni”, aveva spiegato il Presidente Rivlin. Ancora più duro era stato lo stesso Netanyahu nel luglio scorso quando, in occasione di una visita in Ungheria, aveva aspramente criticato l’Unione europea per il trattamento riservato a Israele, esortando i leader di quattro paesi dell’Europa centrale a usare la propria influenza per far progredire i rapporti bilaterali. “L’Unione europea deve scegliere se vuole vivere e prosperare o scomparire. È l’unica organizzazione di stati che stabilisce le sue relazioni con Israele, che le fornisce la tecnologia, sulle condizioni politiche. Nessuno lo fa. È folle. E contro gli interessi dell’Europa”, quanto avrebbe affermato Netanyahu ai leader di Visegaard, nel corso di un incontro riservato a Budapest.

d.r.