Rivlin: “L’alleanza con l’Egitto fondamentale per Israele”
“Sabato sera, 19 novembre 1977. La banda dell’esercito israeliano suonò per la prima volta l’inno nazionale egiziano. I media del mondo guardarono a bocca aperta mentre i nemici diventavano amici”. Così il Presidente israeliano Reuven Rivlin ha ricordato lo storico arrivo all’aeroporto di Tel Aviv di Muhammad Anwar al Sadat, il presidente egiziano che quarant’anni fu il primo leader arabo a visitare Israele e che con quel viaggio aprì la strada alla firma del trattato di pace tra il Cairo e Gerusalemme a Camp David nel 1979 (accordo che porterà Sadat e l’allora Primo ministro Menachem Begin ad ottenere il Premio Nobel per la pace). Quattro decenni dopo, l’Egitto “è un alleato estremamente importante” per Israele, ha sottolineato Rivlin, nel corso di un evento celebrativo dell’anniversario nella residenza presidenziale”. “Il nostro legame è più importante delle parole e non può mai essere dato per scontato”, ha ammonito il Presidente, ricordando anche l’importanza del recente incontro tra il Primo ministro Benjamin Netanyahu e il presidente egiziano Abdel Fattah Al Sisi durante l’Assemblea generale dell’Onu a New York. “Un incontro che ha fatto capire al mondo intero – ha detto Rivlin – che il legame tra Israele e l’ Egitto è molto reale e genuino, e può continuare a crescere”.
“Vengo oggi da voi su solide basi per dare forma a una nuova vita e stabilire la pace. Noi tutti amiamo questa terra, la terra di Dio, noi tutti, musulmani, cristiani ed ebrei, tutti preghiamo Dio…”, disse allora Sadat, che nel suo discorso alla Knesset affermò di essere consapevole che la sua decisione di venire in Israele e aprire la strada alla pace aveva innescato nel suo paese e nel mondo arabo una feroce opposizione nei suoi confronti. “Dopo una lunga riflessione, mi sono convinto che l’obbligo di responsabilità davanti a Dio e davanti al popolo mi imponesse di andare in ogni angolo del mondo, anche a Gerusalemme per rivolgermi ai membri della Knesset e far loro conoscere tutti i fatti che mi agitano dentro. Solo allora lascerò che decidiate per voi stessi”, disse il presidente egiziano, che parlò poi della necessità di “una soluzione giusta del problema palestinese” senza la quale “non ci sarà mai quella pace durevole e giusta su cui il mondo intero insiste” tra Israele e mondo arabo. Parole richiamate oggi dall’ambasciatore egiziano in Israele Hazem Khairat. “Non possiamo tentare di raggiungere una pace parziale e poi lasciare tutto il problema alle generazioni future”, ha avvertito Khairat parlando alla leadership politica israeliana, a cui ha chiesto di sostenere gli sforzi egiziani in merito alla riconciliazione tra il movimento terroristico di Hamas (che controlla Gaza) e Fatah (partito costola principale dell’Autorità nazionale palestinese). La fine della decennale faida tra i due movimenti non solo allevierebbe le sofferenze dei civili a Gaza, ha affermato l’ambasciatore egiziano, ma spianerebbe anche la strada alla ripresa dei negoziati di pace israelo-palestinesi. “Il vostro sostegno e quello della comunità internazionale per i nostri sforzi al riguardo è di fondamentale importanza”.
Daniel Reichel