Discriminazioni tollerate ad alta quota
Può un Paese europeo, una democrazia occidentale, consentire a una compagnia che, per quanto straniera, operi sul suo territorio di discriminare attivamente i cittadini israeliani? Parrebbe di sì. Qualche tempo fa un tizio, un cittadino israeliano residente in Germania, ha comperato un biglietto Francoforte-Bangkok. Quando s’è presentato all’imbarco però non l’hanno fatto salire. Il perché? Il volo era di Kuwait Airways e lui era israeliano. Il Kuwait, infatti, non solo ha rapporti diplomatici con Israele ma proibisce anche, con una legge ad hoc, alle sue compagnia di interagire con gli israeliani. Il tizio ha portato la faccenda a una corte tedesca: era un evidente caso di discriminazione. I giudici però hanno dato ragione a Kuwait Airways. La motivazione era che la società rispondeva a una legge straniera. Ora, quello che rende questa faccenda un precedente gravissimo non è che il Kuwait abbia una legge che impone di discriminare i cittadini israeliani. La cosa grave è che una democrazia occidentale permetta che questa legge venga applicata sul suo suolo. Centra anche poco la questione dei boicottaggi a Israele: questo non era un boicottaggio economico, era la discriminazione di un cliente, qualcosa che non dovrebbe essere tollerato in una democrazia. Qualcuno ha provato a dire che non si tratta di antisemitismo perché era una discriminazione di una nazionalità e non di un gruppo etnico-religioso. Primo, la cosa continua puzzare di anti-semitismo. Secondo, una discriminazione su base nazionale è pur sempre una discriminazione. Immaginatevi un barista che rifiuta di servire un cappuccino a un senegalese perché non gli piacciono i senegalesi, o un tassista che non carica un cliente coreano perché non gli piacciono i coreani: sarebbe accettabile? Ovviamente no. L’idea che una società debba rispondere a leggi di un altro stato quando sono in conflitto con i principi del luogo dove operano è molto pericolosa. Significherebbe, per esempio, che un ente legato a un governo dove l’omosessualità è reato potrebbe esporre cartelli come “qui i gay non sono graditi”.
Anna Momigliano, Pagine Ebraiche Dicembre 2017