Milano, Fondazione scuola ebraica Giovani, problematiche attuali
Un viaggio nel lato più problematico dell’adolescenza: quello legato all’uso frequente di alcool e droga. Questo il difficile argomento del primo di una serie di appuntamenti alla Scuola ebraica di Milano, dedicati a esplorare il mondo dei ragazzi e delle loro relazioni con i genitori. A ideare il ciclo di appuntamenti, la Fondazione Scuola ebraica di Milano in occasione del ventennale della propria nascita.
Nell’aula magna di via Sally Mayer si sono trovati a discutere di “comportamenti a rischio” il presidente dell’istituto Agostino Miele e il sociologo e criminologo Salvatore Toti Licata, formatore dell’Università Milano Bicocca. Alla serata, moderata dalla giornalista Michela Proietti, hanno preso parte insegnanti, studenti e genitori. In apertura, la presidente della Fondazione Scuola Karen Nahum e la Consigliera Dalia Gubbay hanno ricordato il programma dell’ente per celebrare la ricorrenza del ventennale, il cui cuore sarà la cena di gala prevista per il 3 maggio in una edizione speciale. Nell’introdurre gli ospiti dell’incontro è stata poi annunciata una borsa di studio della Fondazione Scuola intitolata al professor Licata.
“Come giornalista mi occupo prevalentemente di queste tematiche – ha affermato Michela Proietti – tempo fa una ricerca ha reso noto che c’è un numero che trasforma la vita dei ragazzi in un momento terribile. Il numero è 13, l’età di maggior disagio in cui ad esempio ci si avvicina all’alcool”. Ma i numeri, i dati e soprattutto le tante casistiche cliniche portate dal professor Licata sono preoccupanti: una grande percentuale di adolescenti e pre-adolescenti abusa di sostanze stupefacenti. “È un’età soggetta a condizioni di terremoto continuo, un momento difficile oggi come ieri. Ma oggi gli adolescenti cadono nell’asocialità, non parlano tra di loro nemmeno per litigare. Per questo il bisogno di avere relazioni sociali agevolate passa attraverso la chimica”. E sulle smart drugs che dilagano anche tra i giovanissimi in ambiente scolare ammonisce “tra trent’anni avremo un moltiplicarsi di conseguenze degenerative tra i 40 e 45enni”. La discussione si è poi soffermata sul tema dell’individuare i sintomi del disagio e su quali metodi correttivi applicare. Nulla è facile, ma come ha sottolineato anche il preside Miele, per crescere bene c’è un elemento che non cambia mai: una famiglia responsabile.