Itamar, vittima dell’odio

Nell’insediamento di Har Bracha, nel nord della Cisgiordania, centinaia di persone hanno preso parte nelle scorse ore al funerale di Itamar Ben Gal, 29 anni, il cittadino israeliano assassinato in un attentato terroristico nei pressi della cittadina di Ariel. Ben Gal, insegnante in una yeshiva e padre di quattro figli, è stato ucciso a coltellate da Abd al-Hakim Adel Asi, diciannovenne arabo israeliano di Jaffa. Il giovane attentatore è riuscito a fuggire e al momento le forze di sicurezza lo stanno cercando. Le autorità israeliane hanno invece nella notte ucciso Ahmad Nassar Jarrar, il terrorista considerato responsabile dell’attentato del 9 gennaio in cui è stato assassinato rav Raziel Shevach, nei pressi dell’avamposto di Havat Gilad, in Cisgiordania. Quest’ultimo attentato, legato al movimento di Hamas, è diverso da quello di cui è rimasto vittima Ben Gal: in questo secondo caso non c’è una diretta affiliazione e la madre dell’attentatore ricercato nelle scorse ore ha lanciato un appello affinché si costituisca alle autorità.
“Ti prometto che saremo forti. Continuerò a crescere i nostri figli, e vivremo con gioia, come voleva tu”, le parole della moglie di Ben Gal, Miriam, nel corso del funerale. “Abbiamo ricevuto un dono prezioso circa 30 anni fa, e oggi ci dividiamo da questo dono con grande dolore”, ha affermato Daniel Ben-Gal, padre di Itamar. “Non abbiamo idea di come continuare senza di te, senza il tuo sorriso, senza il tuo bel volto, che irradiava sempre gioia. La tua gioia di educare le prossime generazioni in Israele ha illuminava il tuo volto”.
“Abbiamo perso il rabbino Itamar, che ha dedicato tutta la sua vita all’educazione e ha illuminato il mondo con la sua grazia”, ha affermato Yuli Edelstein, portavoce della Knesset, presente al funerale.