“Israele risponderà e si difenderà
da ogni provocazione da Nord”

Il ministro della Difesa israeliano Avigdor Lieberman ha avvisato la Siria e l’Iran: Israele reagirà a qualsiasi “provocazione” proveniente da nord e continuerà a difendere i suoi interessi. “Ho cercato di non parlare negli ultimi giorni”, ha detto Lieberman nelle scorse ore, durante una visita nella città settentrionale di Kiryat Shmona. “Non è il momento di parlare, è tempo di agire… Risponderemo ad ogni provocazione e continueremo a difendere i nostri interessi”. “Non è il momento di abbaiare, è il momento di mordere – ha aggiunto – E noi mordiamo duro”. Il riferimento del ministro è a quanto accaduto sabato, quando un drone iraniano ha oltrepassato il confine israeliano, arrivando dalla Siria e innescando la reazione israeliana. L’esercito dello Stato ebraico ha colpito diversi bersagli del regime siriano e dell’Iran in Siria ma in uno degli attacchi ha perso un aereo da caccia, abbattuto dalla contraerea siriana. Ora l’attenzione è al prossimo capitolo della battaglia con l’Iran in Siria – dove il regime sciita, storico nemico di Gerusalemme, ha ampliato il suo potere – e le parole di Lieberman, così come quelle del Primo ministro Benjamin Netanyahu giorni prima, sono un avviso a Teheran e Damasco che Israele continuerà a colpire se minacciata. Intanto sul fronte interno fa discutere l’episodio di Jenin, dove due soldati israeliani addentratisi per errore nella città sono stati feriti da una folla di palestinesi, rischiando il linciaggio, e sono stati salvati dalle forze di sicurezza palestinesi dell’Anp. Secondo il quotidiano Yedioth Ahronoth nella città di Jenin – nel nord della Cisgiordania – si respira un sentimento ferocemente anti-israeliano, più che in passato e aumentato dopo l’operazione dell’esercito iisraeliano n città la scorsa settimana in cui è stato ucciso il terrorista ritenuto responsabile dell’assassinio del rabbino Raziel Shevach. “Sono stato nelle forze di sicurezza da quando sono state fondate e non ho mai sentito un tale clima di estremismo nelle strade palestinesi come in questi giorni”, le parole di una fonte di sicurezza palestinese al quotidiano. “Nemmeno nella seconda Intifada c’ era un’ atmosfera così ostile in Cisgiordania come quella attuale”.

d.r.