Israele-Libano, tensione a nord

IDF-Chief-of-Staff-Lt.-Gen.-Gadi-EizenkotIl 27 febbraio scorso, di ritorno da una visita con un delegazione del Congresso americano in Medio Oriente, il senatore repubblicano Lindsey Graham ha annunciato che il Libano meridionale sarà il teatro della “prossima guerra”. Parlando con i giornalisti Graham, senatore della Carolina del Sud, ha spiegato che i funzionari israeliani hanno messo in luce che Israele è pronta a colpire il movimento terroristico libanese Hezbollah e le sue fabbriche di missili. “Ci hanno detto senza mezzi termini che se questa minaccia continua, saranno costretti a intervenire”, ha detto Graham. E i terroristi di Hezbollah, rileva l’analista franco-libanese Moni Alami, sembrano essere pronti a questa possibilità. Il movimento “sta affinando le sue competenze e svolgendo un ruolo poliedrico in Siria, dove ha anche conseguito diversi importanti obiettivi, secondo uno dei suoi militanti e secondo fonti vicine al gruppo libanese”, scrive Alami. A confermarlo le parole rilasciate a Reuters
del vice segretario generale di Hezbollah, lo sceicco Naim Qassem, secondo cui il movimento terroristico “è pronto ad affrontare un’aggressione se dovesse avvenire, o se Israele dovesse decidere di intraprendere qualche azione folle”. “Ma – ha aggiunto Qassem – non sembra che le circostanze siano favorevoli per una decisione israeliana verso una guerra”.
Lo scorso gennaio il capo di Stato maggiore israeliano Gadi Eisenkot ha avvertito che Hezbollah sta implementando la sua capacità militare, infrangendo le risoluzioni del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite. Ma secondo il Primo ministro libanese Saad Hariri, intervenuto ieri alla Farnesina, la principale minaccia per il suo paese sarebbe Israele, non i terroristi di Hezbollah che erodono il suo potere. Davanti ai rappresentanti di 40 nazioni, del segretario dell’Onu Guterres e dei membri della Lega Araba arrivati a Roma per partecipare alla seconda conferenza ministeriale di Roma per il sostegno alle forze di sicurezza di Beirut, Hariri ha sostenuto che i finanziamenti stanziati per il Libano non finiranno nella mani di Hezbollah.