“Israele distruggerà ogni minacciacome il reattore in Siria nel 2007″
Per dieci anni la censura israeliana, per motivi strategici, ha ordinato alla stampa del paese di mantenere il segreto su un’operazione che ha segnato la storia contemporanea del Medio Oriente. Ora quel segreto è caduto e il mondo ha avuto la conferma che nel 2007, grazie a un’operazione da manuale, Israele distrusse il reattore nucleare siriano costruito dal regime di Assad nella regione di Deir Ezzor, nella Siria orientale.
A dare la notizia in via ufficiale, l’esercito israeliano con un annuncio chiaro ai suoi nemici di oggi: “Il messaggio dell’attacco al reattore nucleare nel 2007 è che lo stato di Israele non permetterà che vengano sviluppate capacità che possano minacciare la stessa esistenza di Israele”. L’esercito ha pubblicato nelle scorse ore anche il video dell’attacco compiuto nella notte tra il 5 e il 6 settembre 2007.
11 שנים אחרי, ישראל מפרסמת הבוקר את פרטיו של מבצע ״מחוץ לקופסא״, מבצע השמדת הכור הגרעיני הסורי, ובין היתר את סרטון תקיפת הכור בידי חיל האוויר. משדר מיוחד של תוכנית הבוקר של אורלי וגיא. מתחילים בשש בבוקר. pic.twitter.com/SslRH2Clkn
— Or Heller אור הלר (@OrHeller) 21 marzo 2018
Otto caccia raggiunsero alle 0.40 del mattino l’obiettivo: per tre minuti sorvolarono “il cubo”, come era stato chiamato in codice il reattore costruito dai siriani con l’aiuto della Nord Corea, per poi far partire ciascuno due missili e radere al suolo la struttura. “Arizona”, la parola in codice tanto attesa al quartier generale dell’esercito a Tel Aviv, venne pronunciata alle 00.45: significava missione compiuta. “La Siria con un’arma nucleare è qualcosa con cui Israele non può convivere. Misi questo problema come prima e massima priorità per l’esercito. Era ovvio che dovevamo distruggere questo reattore senza arrivare a un escalation che portasse a una guerra, ma se ci fosse stata una guerra, dovevamo essere in grado di vincerla”, le parole del capo di Stato Maggiore di allora Gabi Ashkenazi, arrivato alla guida di Tsahal (l’esercito israeliano) un anno dopo la controversa campagna militare in Libano del 2006. Una guerra che aveva evidenziato diverse carenze all’interno delle forze di difesa israeliane, decisa tra gli altri dall’allora Primo ministro Ehud Olmert, contestato dall’opinione pubblica del paese per i fallimenti in Libano e per il procedimento per corruzione a suo carico (che lo porterà di lì a poco in carcere). Come ricordano i media locali oggi, Olmert – nonostante le inevitabili quanto aspre critiche nei suoi confronti – allora prese una decisione vitale per la nazione, dando il suo benestare all’operazione in Siria. “Ora puoi dimetterti. – gli disse il suo capo di gabinetto, Yoram Turbovich, – Hai fatto la tua parte per il popolo d’Israele”.
Daniel Reichel