Israele 70, il paese si conta
e si prepara alla grande festa

Le tensioni con l’Iran non offuscheranno i festeggiamenti per i 70 anni d’Israele. A sottolinearlo, gli organizzatori dei tanti eventi organizzati nel paese per Yom HaAtzmaut (la data ebraica del giorno dell’Indipendenza d’Israele) che prenderanno il via domani a Gerusalemme con l’accensione della torcia a Monte Herzl. Milioni di israeliani si riverseranno per le strade per celebrare insieme la festa. E come da tradizione, alla vigilia di Yom HaAtzmaut, l’Ufficio di statistica d’Israele ha pubblicato i dati legati alla popolazione del Paese che quest’anno ha raggiunto quota 8.842.000. I cittadini ebrei rappresentano il 74,5 per cento della popolazione totale (6 milioni e 589mila, scrive l’Istituto), mentre gli arabi sono 1 milione e 849mila, e rappresentano 20,9 per cento della popolazione. A questi si aggiungono, 404.000 cittadini (il 4,6 per cento della popolazione), che sono cristiani non arabi o membri di altri gruppi etnici. Negli ultimi 12 mesi sono nati circa 177mila bambini (mentre 41mila sono stati i decessi) e sono arrivati 28.000 immigrati. Complessivamente, la popolazione è aumentata dell’1,9 per cento, il che significa, spiega l’Ufficio di statistica, che raggiungerà le 15,2 milioni di persone quando Israele festeggerà il suo centenario nel 2048.
Settant’anni fa, nell’anno della fondazione dello Stato, c’erano solo 806.000 persone in Israele, meno di un decimo di quelle attuali. All’epoca, la popolazione ebraica globale era di 11,5 milioni di persone, e solo il 6 per cento si trovava in Israele. Ora si stima che ci siano 14,5 milioni di ebrei in tutto il mondo e il 45 per cento risieda nello Stato ebraico.
La Capitale Gerusalemme si conferma la più popolosa con 882,000 abitanti.
I dati rivelano poi che nel ventennio dal 1996 al 2016 c’è stato un aumento nel numero di figli delle famiglie ebraiche: nel 1996 la media di bambini era di 2,59 mentre nel 2016 è salita al 3,06 (la media più alta tra i paesi Ocse). Al contrario, tra le donne arabe, nello stesso periodo di tempo, la media dei figli è diminuita da 4,35 a 3,11.
Dati dunque che raccontano di un Paese che continua a progredire anche nei numeri. “Mentre Israele entra nel suo ottavo decennio, noi ricordiamo settant’anni di una democrazia vitale e di una società civile forte e indipendente, la prima del suo genere in Medio Oriente: Per quasi tre quarti di secolo, questa nazione, Israele, ha tenuto alta la fiaccola della libertà e dell’uguaglianza in una regione difficile. L’impegno per i valori di libertà di parola, di opinione e di religione è la pietra angolare di Israele come Stato ebraico e democratico – insieme ebraico e democratico”, ha sottolineato il Presidente Reuven Rivlin in un testo pubblicato da alcuni importanti quotidiani europei. Proprio Rivlin negli scorsi giorni ha partecipato a un grande evento organizzato a Tel Aviv: un gigantesco coro a cui hanno partecipato 12mila persone che hanno cantato Per tutte queste cose di Naomi Shemer.