Yom Yerushalayim, una festa
per tutto il mondo ebraico

Schermata 2018-05-13 alle 16.05.38Migliaia di persone a Gerusalemme in queste ore si sono riversate per le strade per festeggiare, Yom Yerushalayim, il giorno dedicato alla riunificazione della capitale d’Israele. “Ogni anno, per centinaia di anni, gli ebrei di tutto il mondo si sono ripetuti: ‘Il prossimo anno a Gerusalemme…’. – ricordano dal World Jewish Congress – Durante Yom Yerushalayim , si celebrano 51 anni della riunificazione della città. 51 anni in cui gli ebrei, e tutti i popoli, possono visitare e pregare liberamente nei luoghi santi di Gerusalemme”. E sul significato di questo giorno, mentre Gerusalemme si prepara ad inaugurare l’ambasciata americana, è intervenuta la presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane. “Yom Yerushalayim. Il 28 del mese di Iyar, è una ricorrenza speciale e dal valore identitario fortissimo, che travalica le mura della città, cui tutti partecipiamo. Non è solo la festa di una città in cui si vive ma la celebrazione di un’affermazione, di libertà e di appartenenza. Dalla sua riunificazione ad oggi abbiamo sempre percepito quanto Gerusalemme sia antica e vitale al tempo stesso, affaticata dal peso delle generazioni ma pronta ad accogliere ogni pellegrinaggio e preghiera”.
“L’anno scorso – prosegue la presidente dell’Unione – abbiamo celebrato il giubileo dall’unificazione, mentre nelle diverse organizzazioni internazionali di legittimava la discussione sul legame con il nostro Popolo. Capitale di Israele, senza neanche necessità di ribadirlo, imprescindibile per le Comunità della Diaspora ed il mondo intero. Oggi festeggiamo ancora una volta la sua forza evolutiva, la sua capacità evocativa. Ogni pietra ed ogni vicolo, ogni nuovo ponte e nuovo corso raccontano la millenaria storia e la voglia di andare avanti”.
“Le immagini della città vestita di rosa, in occasione della recente partenza del Giro d’Italia, – sottolinea Di Segni – hanno generato un’emozione fortissima in tutta l’opinione pubblica internazionale. È stata un’occasione speciale per affermare concetti di incontro e dialogo, luogo da cui ripartire per uno sforzo ancora più esteso e coinvolgente.
Israele, unico paese libero e democratico del Medio Oriente, ha bisogno del supporto di tutti coloro che credono e si riconoscono nel valore della vita e della convivenza. Coerenza, verità, sogni. Queste le vere armi di un futuro nel Paese e nella regione intera.
‘E oggi che vengo a cantare per te e addobbarti con corone’, ricordiamo con commozione tutti coloro che hanno dato la vita per te e che per te oggi vivono”.

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