Il presidente d’Israele Rivlin:
“Difendiamo uguaglianza”

Dopo la difesa della Legge Fondamentale sull’identità ebraica d’Israele da parte del Primo ministro Benjamin Netanyahu – che ha definito “assurde” le critiche alla norma, che dimostrerebbero “l’abisso in cui è finita la sinistra” israeliana – a parlare è stato il Presidente d’Israele Reuven Rivlin. Incontrando i leader drusi – la minoranza più attiva contro la norma, considerata discriminatoria – Rivlin ha ricordato la sua contrarietà alla Legge votata dalla coalizione, secondo cui “Il diritto di esercitare l’autodeterminazione nazionale nello Stato di Israele è un diritto esclusivo del popolo ebraico” e in cui viene riformulato lo status della lingua araba, passata da ufficiale a lingua a statuto speciale. “Ho chiarito la mia posizione durante l’ultimo ciclo di discussioni in seno alla Knesset, quando ho inviato una lettera per esprimere la mia opinione sull’argomento… – ha detto Rivlin ai rappresentati della Comunità drusa, ricordando la dura lettera inviata prima della votazione della Legge – Non ho dubbi che voi siate uguali a noi da un punto di vista legale e dobbiamo assicurarci che anche voi vi sentiate uguali”.
“Siamo venuti da lei per esprimere il nostro dolore e la nostra angoscia, che è avvertita non solo dai capi dei consigli locali, non solo dagli ufficiali e dai leader religiosi, ma da tutta la popolazione araba e circassa di Israele (che rappresentano in totale il 20 per cento della popolazione israeliana). Ci sono professori, direttori di reparto… cosa dite loro? Che non sono cittadini? Che non sono uguali? La legislazione fondamentale dovrebbe applicarsi a tutti, non solo alla maggioranza”, l’appello a Rivlin del capo del consiglio regionale di Daliyat al-Karmel, Rafik Halabi. Il Presidente, riferiscono i media, ha ascoltato le argomentazioni e ha promesso di fare il possibile per far conoscere i sentimenti della comunità alle autorità competenti. Secondo il Premier Netanyahu, “nulla in questa legge viola i vostri diritti come cittadini con uguali diritti dello Stato di Israele, e nulla pregiudica lo status speciale della comunità drusa”. Ma all’interno di questa minoranza (circa 150mila persone) le parole del Premier, che ha incontrato alcuni rappresentanti drusi, non sembrano essere suonate come rassicuranti. “Abbiamo espresso le nostre preoccupazioni riguardo alla legge, che consideriamo discriminatoria, che non riconosce la nostra cittadinanza, il nostro senso di appartenenza e abbiamo detto chiaramente (al Presidente) che vogliamo l’uguaglianza per tutti. – le parole di Halabi, dopo l’incontro con Rivlin – Non potremo continuare a vivere in un paese in cui gran parte della popolazione, fedele a questo paese, si sente esclusa”, ha spiegato Halabi.
L’emittente televisiva Kan è andata nelle scorse ore ad incontrare alcuni giovani drusi nel loro primo giorno di leva. La loro sensazione è che molti membri più giovani della loro comunità potrebbero decidere di non arruolarsi: al momento la percentuale di drusi che si arruola è dell’84 per cento. E molti scelgono le unità di combattimento, con una percentuale, ha dichiarato Shaykh Muwaffak Tarif, leader spirituale druso, molto alta. “Il 60 per cento dei drusi che si arruolano scelgono le unità di combattimento, tra gli ebrei la percentuale è del 40 per cento”.

“Molti di noi si arruolano nell’unità di combattimento per sostenere e sentirsi parte dello Stato. Dopo che hanno approvato questa legge, semplicemente ci hanno messo da parte”, spiega uno dei ragazzi drusi. “Perché dovrebbero (i giovani drusi) ora dare il proprio contributo? Se sono cittadini di serie b”. Un interrogativo a cui all’interno della stessa maggioranza – con l’autocritica dei ministri delle Finanze e dell’Educazione Moshe Kahlon e Naftali Bennett riportata anche su questo notiziario – si cerca di dare una risposta ed evitare così possibili fratture all’interno della democrazia israeliana.

Daniel Reichel