Gli arabi d’Israele in piazza, l’opinione pubblica si divide
A una settimana dalla manifestazione indetta dalla minoranza drusa, nelle scorse ore a scendere in piazza contro la Legge fondamentale sull’identità ebraica dello Stato d’Israele sono stati gli arabi israeliani. Nonostante l’invito degli organizzatori a non portare bandiere, la presenza di quelle palestinesi ha attirato critiche sia da parte dei membri del governo sia da parte di esponenti della sinistra israeliana, aprendo una più ampia discussione sui media del Paese. Per il Primo ministro Benjamin Netanyahu la manifestazione – a cui hanno partecipato circa 30mila persone (molte meno delle 50mila presenti a quella organizzata dai drusi) – è stata la prova della necessità della contestata Legge fondamentale. “Molti dei manifestanti vogliono abolire la legge del ritorno, l’inno e la bandiera (israeliana), e trasformare Israele in uno stato palestinese – ha affermato Netanyahu durante la riunione di gabinetto domenicale, che apre la settimana dei lavori del governo – Ora più che mai è chiaro che la legge dello Stato nazionale è necessaria per garantire il futuro di Israele come Stato ebraico”. Tra i cartelli più fotografati alla manifestazione, quelli che chiedevano “Giustizia e uguaglianza ora”, scritti sia in ebraico che in arabo. Ma alcuni manifestanti, riporta Yedioth Ahronoth, hanno anche cantato slogan come “Con lo spirito e con il fuoco, noi riscatteremo la Palestina”, oltre a sventolare la bandiera palestinese. “Bandiere sbagliate”, il titolo del quotidiano gratuito Israel Hayom, vicino alle posizioni del Premier. “Gli organizzatori hanno commesso un grave errore permettendo l’uso delle bandiere”, ha scritto l’ex primo ministro laburista Ehud Barak sui social network, definendo le bandiere palestinese e i canti un “servizio gratuito” per chi sostiene la legge dello Stato nazionale. “La ‘rabbia’ nei confronti della manifestazione è un’assurdità. – la lettura del giornalista Nitzan Horowitz, capo dei corrispondenti Usa per Arutz 2 – Dopo tutto, se non ci fosse stata alcuna protesta, allora si sarebbe detto che questa è la dimostrazione della giustizia della Legge della nazione. Poiché la protesta c’è, allora si dice che questa è la dimostrazione per cui questa legge discriminatoria è necessaria. Ricorda la prova delle streghe durante il Medioevo: si gettava una donna in acqua, se non annegava era il segno che era una strega e quindi la si bruciava”.
In un’intervista alla Radio dell’esercito, il presidente della lista araba, Ayman Odeh, ha invitato i cittadini israeliani ad accettare gli arabi (che rappresentano il 20 per cento della popolazione) così come sono. “Siamo arabi e dobbiamo interiorizzarlo. Abbiamo la nostra cultura, il nostro patrimonio e la nostra storia”, ha affermato Odeh.
“Mi chiedo che cosa sarebbe successo se qualcuno avesse cercato di marciare nel centro di Ramallah con bandiere israeliane”, il commento di Yair Lapid, leader di Yesh Atid (partito d’opposizione), in riferimento alle critiche alla democraticità dello Stato d’Israele. Il leader del partito laburista Avi Gabbay ha rifiutato di partecipare alla manifestazioni a causa delle bandiere palestinesi e per questo è stato criticato dalla sinistra di Meretz. “Quindi ci sarà una bandiera o un simbolo con cui non sei d’accordo. Vai a quel paese”, le parole di Tamar Zandberg, leader di Meretz. “Verrò alle manifestazioni che aspirano, diversamente dalla Legge sullo Stato nazione, a uno Stato ebraico e democratico – ha dichiarato la leader del Campo sionista Tzipi Livni – e mi oppongo a questa manifestazione che non accetta lo Stato del popolo ebraico”.
In questo clima di dibattito interno, non diminuisce l’attenzione sul confine con Gaza. Netanyahu ha avvertito Hamas che Israele continuerà ad operare contro il terrorismo proveniente dalla Striscia di Gaza, confermando in apparenza che non è stato raggiunto alcun accordo ufficiale di cessate il fuoco con il movimento terroristico. “Siamo nel bel mezzo di una campagna contro il terrore a Gaza. Questo comporta uno scambio di colpi, che non si conclude in una volta sola. La nostra richiesta è chiara: un cessate il fuoco totale. Meno di questo non è sufficiente” ha detto Netanyahu.
Daniel Reichel