“Per il bene economico d’Israele, bisogna tornare subito alle urne”
Sempre più difficile che l’attuale governo d’Israele rimanga in piedi fino a fine mandato (autunno 2019). Dopo le dimissioni del ministro della Difesa e leader di Israel Beitenu Avigdor Lieberman – e il conseguente ritiro dell’appoggio dei sei parlamentari del suo partito alla coalizione -, nelle scorse ore il ministro delle Finanze Moshe Kahlon ha invitato il primo ministro Benjamin Netanyahu ha indire il prima possibile elezioni anticipate. Lo ha chiesto per “il bene dell’economia del paese”. Secondo Kahlon – leader di Kulanu -, il nuovo quadro politico di instabilità è dannoso per la situazione economica del Paese: il governo Netanyahu può infatti contare solo su 61 seggi su 120 totali. L’atto più responsabile, l’appello di Kahlon, sarebbe andare subito alle urne e istituire un nuovo governo forte e stabile.
Già in ottobre Kahlon aveva stimato che le elezioni della Knesset si sarebbero tenute all’inizio del 2019. “Penso che subito dopo le elezioni comunali, saranno annunciate le elezioni nazionali tra febbraio e marzo”, aveva dichiarato. “Non vedo il governo superare tutte le problematiche che ci sono: una volta le conversioni, una volta la leva obbligatoria, troppi ostacoli sulla strada”.
Oltre a Kahlon, Netanyahu si consulterà oggi con tutti i capi dei partiti di coalizione. Nel frattempo, il ministro della Giustizia Ayelet Shaked ha ribadito, in un’intervista rilasciata alla radio dell’esercito, che se Netanyahu non nominerà il capo Naftali Bennett, leader di HaBait HaYehudi, come ministro della Difesa, allora il partito (di cui Shaked è la numero due) uscirà dalla coalizione.