La campagna elettorale al via, Netanyahu l’uomo da battere
A ventiquattro ore dall’annuncio delle elezioni anticipate, i quotidiani israeliani si sono ovviamente lanciati nel cercare di capire quali saranno le figure a dominare la campagna elettorale da qui ad aprile, quando ci sarà il voto. Con buona pace dei suoi avversari politici, le inchieste a carico del Premier Benjamin Netanyahu su presunti casi di corruzione non sembrano averne intaccato l’immagine e resta lui il leader più popolare. Un sondaggio lanciato dal quotidiano Maariv ha infatti confermato che il Likud a trazione Netanyahu guadagnerebbe nuovamente 30 seggi alla Knesset, ovvero quelli attuali, distaccando di molto gli altri partiti. Nel sondaggio viene prevista anche la candidatura dell’ex capo di Stato maggiore Benny Gantz, considerato una figura popolare tra gli elettori israeliani: un suo eventuale partito otterrebbe 13 seggi. Un buon risultato ma lontano dalla solidità del Likud. Nello scenario presentato da Maariv, l’Unione Sionista, il maggior partito di opposizione perderebbe molti parlamentari alla Knesset, passando da 24 a 9: l’ex Primo ministro laburista Ehud Barak sembra stia accarezzando l’idea di un ritorno dopo aver abbandonato la politica. Ma con questi numeri non è detto che si ripresenti. Sempre guardando il sondaggio di Maariv, il partito centrista Yesh Atid di Yair Lapid si posizionerebbe al terzo posto con 12 seggi (uno in più degli attuali 11), seguito dalla Lista araba e dal partito di Naftali Bennett HaBayt HaYehudi con 11 seggi a testa (il primo perderebbe due seggi mentre il secondo ne guadagnerebbe tre). Tra gli altri partiti, Kulanu del ministro delle finanze Moshe Kahlon cederebbe quattro dei suoi 10 seggi: Kahlon si era presentato come l’uomo in grado di migliorare la situazione del caro vita in Israele e mettere mano ad esempio ai prezzi degli affitti. Poco è cambiato e nei sondaggi a pagare è il partito di Kahlon. A perdere – anche se solo un seggio – sarebbe anche Avigdor Lieberman, ex ministro della Difesa: la sua recente dimissione, motivata dal contrasto con Netanyahu per l’atteggiamento nei confronti di Hamas a Gaza, non sembra aver portato il risultato sperato ovvero consolidare la sua posizione a destra. A sinistra il partito Meretz conquisterebbe sei seggi così come il partito indipendente guidato da Orly Levy-Abekasis.
Sono solo proiezioni ma raccontano di come anche alla prossima tornata elettorale, l’uomo da battere sarà sempre il Primo ministro Benjamin Netanyahu.