Israele, il momento delle alleanze
È tempo di alleanze politiche in Israele in vista delle elezioni del 9 aprile. In queste ore si parla di un possibile incontro tra il grande sfidante del Premier Benjamin Netanyahu, l’ex generale Benny Gantz e Yair Lapid, leader del partito di centro Yesh Atid. Un’eventuale unione tra Hosen L’Yisrael, il partito di Gantz, e Yesh Atid porterebbe secondo i sondaggi la compagine ad ottenere 32 seggi alla Knesset e quindi darebbe più opportunità al duo Gantz-Lapid nella sfida contro il Likud di Netanyahu (a cui i sondaggi attribuiscono al momento 30 seggi). Le trattative tra i due però, stando a quanto riportano i giornali israeliani, si sono arenate sui disaccordi riguardanti la leadership del partito e la composizione della lista elettorale unificata. Uno dei principali interrogativi è se Lapid sarà disposto a rinunciare alla sua richiesta di una rotazione di leadership con Gantz, che, con il sostegno dei numeri, non vuole aprire a questa opzione. “Non si può indebolire l’opportunità di un cambiamento storico a causa di un dibattito sulle opportunità di lavoro”, ha dichiarato Gantz durante la presentazione della sua lista, che già conta il sostegno dell’ex ministro della Difesa Moshe Yaalon. “Oltrepassiamo le differenze, uniamoci e vinciamo”, la sua esortazione. Molti analisti, ricorda il Times Of Israel, dubitano che Lapid, che da tempo rincorre la possibilità di diventare Premier, acconsentirà a rinunciare al primo posto e a diventare il numero due di qualcuno. Lapid ha risposto ufficialmente a Gantz dicendo di non voler lasciare “nulla di intentato, faremo di tutto per assicurarci di non perdere un’opportunità storica per sostituire il governo”. Mentre questo confronto rimane aperto, Netanyahu ha deciso di occuparsi di un’altra alleanza: quella dei partiti della destra nazionalista. Un tema per lui tanto caldo da decidere di rimandare l’incontro con il Presidente russo Vladimir Putin previsto per il 21 febbraio. A riportarlo, l’emittente Kan secondo cui Netanyahu è rimasto in Israele per fare in modo che i partiti dell’ultradestra HaBayt HaYehudi, HaIhud HaLeumi e Otzma Yehudit trovassero un accordo per unirsi. Questi partiti erano stati fortemente sollecitati già nelle scorse settimane dal Likud a fondersi visti i sondaggi che singolarmente li davano sotto la soglia di sbarramento per entrare alla Knesset. Il mancato superamento della soglia da parte di una di queste liste significherebbe per la destra migliaia di voti “sprecati”, aveva avvertito il Primo ministro, e quindi maggiori difficoltà per il Likud di costituire una coalizione all’indomani delle elezioni. L’accordo a tre è arrivato non senza politiche, in particolare per cosa rappresenta il partito Otzma Yehudit: quest’ultimo è associato al movimento estremista kahanista, che è stato bandito in Israele ed è considerato dagli Stati Uniti un movimento terroristico. Il partito è guidato dall’ex membro di HaIhud HaLeumi Michael Ben Ari e dagli attivisti di estrema destra Itamar Ben Gvir, Baruch Marzel e Bentzi Gopstein.
Marzel è stato molto vicino a Meir Kahane, è stato segretario del suo partito Kach quando questi entrò alla Knesset nel 1984. Kach fu poi espulso dalla Knesset in base a una legge fondamentale che vieta l’incitamento alla violenza e poi completamente bandito in Israele in base alle leggi antiterrorismo. Gopstein, invece, è stato studente di Kahane – assassinato nel 1990 – ed è il presidente del gruppo di estrema destra Lehava. È attualmente sotto processo per incitamento alla violenza, al razzismo e al terrorismo. Anche Ben Ari, leader di Otzma Yehudit, è stato studente di Kahane e proprio per questi legami nel 2012 gli Stati Uniti – che considerano il movimento di Kahane un’organizzazione terroristica – non gli hanno concesso la visa per entrare nel paese.