“In Siria continueremo ad agire finché l’Iran sarà presente
Una visita breve per mettere in chiaro un punto: Israele continuerà ad agire in Siria per contrastare l’Iran. A dirlo al Presidente russo Vladimir Putin, il Primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu, in un incontro tenutosi in queste ore al Cremlino. È il primo faccia a faccia tra i due dall’incidente dell’areo russo caduto in Siria durante un’operazione dell’aviazione militare israeliana. Netanyahu ha detto a Putin che “i legami tra di noi hanno impedito frizioni tra i nostri eserciti e hanno contribuito alla sicurezza nella regione”, ricordando di aver incontrato il presidente russo undici volte dal settembre 2016. All’inizio del vertice, il Premier israeliano ha puntato il dito contro Teheran: “La più grande minaccia alla stabilità e alla sicurezza nella regione viene dall’Iran e dai suoi satelliti, e siamo determinati a continuare la nostra attività aggressiva contro l’Iran e i suoi tentativi di stabilirsi in Siria”. Netanyahu ha poi invitato Putin a visitare Israele in occasione dello svelamento di un monumento ai caduti di Leningrado a Gerusalemme e questi ha confermato la sua presenza. L’incontro, con al centro gli equilibri mediorientali, è proseguito a porte chiuse. Fino il vertice, Netanyahu rientrerà immediatamente in Israele: ha infatti deciso di accorciare la sua visita a Mosca visto che il procuratore generale Avichai Mendelblit dovrebbe rendere pubblica domani la sua decisione se procedere con l’incriminazione di Netanyahu o meno rispetto ai quattro casi che lo vedono coinvolto. Quest’ultimo è sospettato di aver ricevuto favori e regali dal produttore di Hollywood Arnon Milchan (il caso è noto in Israele come tiq 1000) e di aver promesso a Noni Mozes, proprietario del più diffuso quotidiano israeliano – Yedioth Ahronoth – favori sul fronte editoriale in cambio di una linea più morbida del giornale nei suoi confronti (tiq 2000). Mandelblit dovrà decidere anche se bisogna procedere contro Netanyahu nel caso 4000, in cui il premier è sospettato di aver preso decisioni normative che hanno avvantaggiato Shaul Elovitch, l’azionista di controllo di Bezeq, la più grande azienda di telecomunicazioni del paese, in cambio di una copertura positiva dal sito di notizie Walla di Elovitch.
d.r.