Segnalibro – Libia, terra di nostalgia

20190311_211529La Libia come luogo di nostalgia, come mito a cui tendere con la consapevolezza che per “una donna ebrea sarebbe stato un paese senza nessuna grande prospettiva di vita”. A raccontare il significato del paese nordafricano, radice di migliaia di ebrei costretti all’esodo, l’avvocato Daniela Dawan nel suo ultimo romanzo Qual è la via del vento (edizioni e/o), presentato al Teatro Franco Parenti di Milano assieme al giornalista del Corriere della Sera Lorenzo Cremonesi. “Cos’è la Libia per me? Un luogo mitizzato dell’infanzia. Un luogo che rappresenta una vita non adulta protetta, il ricordo di colori forti, di sensazioni di casa”, racconta Dawan sul palco del Parenti, ricordando i pochi anni passati in Libia con la sua famiglia. Anni interrotti, come racconta il romanzo, dalla violenza dei concittadini arabi contro gli ebrei, culminata nel pogrom del 1967, vero spartiacque per l’esistenza della comunità ebraica libica: coloro che ancora erano rimasti nel paese, lo lasceranno e troveranno rifugio in Italia, in Israele, negli Stati Uniti e così via. Da qui la condivisione di un sentimento comune, la nostalgia: “sin da piccola avevo la percezione chiara dell’impossibilità del ritorno. Pensavo a come fossero fortunati coloro che potevano tornare nella via in cui erano nati”, racconta Dawan, ricordando il passaggio in Italia.
“La Dawan aveva 10 anni nel 1967, quando con la famiglia fu costretta a fuggire in Italia dalla Tripolitania violenta della ‘caccia agli ebrei’ in risposta alla vittoria israeliana nella Guerra dei Sei Giorni. – scriveva sul Corriere Cremonesi – Però il libro ha più letture. A quella della persecuzione degli ebrei sefarditi nella Libia post 194.5 si aggiunge la sincera malinconia per quel mondo perduto. Non mancano i casi di amori tra ebrei e arabi, ma neppure le frizioni tra ebrei italiani laicizzati arrivati assieme ai circa 120 mila connazionali ammaliati dalle promesse del colonialismo fascista, e invece i discendenti dell’antica comunità ebraica locale radicata a quella regione sin dai tempi del regno dire Salomone”.