L’attesa infinita del treno che non c’è
Nei mesi scorsi il settimanale britannico Economist si è soffermato sui gravi ritardi con cui Israele sta realizzando un nuovo collegamento ferroviario tra Tel Aviv e Gerusalemme. Perché un’economia avanzata come quella israeliana, le cui aziende hi-tech sono all’avanguardia nel settore della tecnologia dei trasporti (lo scorso anno il colosso Intel ha acquistato per 15 miliardi di dollari l’israeliana Mobileye, che produce software per le automobili che si guidano da sole), non riesce a realizzare una linea ad alta velocità di soli 55 km di lunghezza?
Purtroppo le autorità israeliane hanno deciso tardi di sviluppare il trasporto ferroviario: negli anni 70 si era valutata la possibilità di creare una rete ferroviaria ma poi, per una serie di motivi, si era deciso di puntare sul trasporto su gomma, costruendo una rete di strade e, più tardi, di autostrade. La decisione di puntare anche sui treni è stata presa negli anni novanta ma la realizzazione si è molto protratta nel tempo. Attualmente Israele è uno dei paesi avanzati più congestionati in termini di traffico. Per ovviare in parte a questa congestione, anni fa era partito il progetto di un collegamento ferroviario veloce tra Tel Aviv e Gerusalemme, che è una delle tratte più congestionate.
Ma una serie di ostacoli ha bloccato e poi rallentato il progetto. In primo luogo, le associazioni ambientaliste hanno presentato ricorsi perché a loro avviso il percorso danneggiava alcune riserve naturali. Successivamente sono insorti problemi “diplomatici”: nel 2011 le Ferrovie tedesche si sono ritirate dal progetto, in cui svolgevano ruolo di consulenti tecnici, perché alcuni chilometri del percorso attraversano la linea verde, ossia i territori occupati da Israele nel 1967. Infine, più di recente, sono terminati i fondi a disposizione per l’acquisto dei convogli perché il Ministero dei Trasporti non si era accordato con il Tesoro.
In conclusione, la tratta ferroviaria Tel Aviv-Gerusalemme viaggia in forte e imbarazzante ritardo sia perché le autorità hanno deciso molto in ritardo di investire nel trasporto su rotaia, sia per alcuni fattori contingenti, legati comunque a una insufficiente pianificazione.
Aviram Levy, Pagine Ebraiche Marzo 2019