Sud d’Israele, una calma precaria
per la minaccia dei razzi di Hamas

Schermata 2019-03-26 alle 14.47.24Non è stato accettato nessuno cessate il fuoco con Hamas. Israele è pronto a continuare i suoi attacchi aerei su obiettivi del movimento terroristico nella Striscia di Gaza. A riferirlo ai media, un alto funzionario dell’entourage del Primo Ministro Benjamin Netanyahu di ritorno da Washington. Intanto, dopo l’incessante pioggia di razzi della scorsa notte, nel Sud d’Israele si respira una calma carica di tensione. Le scuole sono rimaste chiuse e gli strascichi degli oltre cento razzi lanciati sull’area in poche ore rimangono. “Ero a casa da solo, seduto nel mio salotto quando ho sentito un allarme missilistico e sono subito corso alla camera blindata”, ha raccontato Shlomo Moskowitz, residente del Sderot. “All’improvviso, ho sentito una forte esplosione. Sono entrato nel soggiorno ed era pieno di fumo. Sono entrato nella stanza di mio figlio ed era devastata. Il razzo era disteso sul pavimento, inesploso”.
Intanto ieri il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha formalmente riconosciuto la sovranità di Israele sulle alture del Golan, dicendo che il significativo cambiamento nella politica americana aiuterà Israele a difendersi dalle minacce regionali. Con al suo fianco il Primo ministro Benjamin Netanyahu, Trump ha firmato ufficialmente il proclama di riconoscimento affermando che Israele “ha preso le alture del Golan per proteggersi dalle minacce esterne”, come quelle che sta affrontando attualmente dalla Siria, dall’Iran e dal gruppo terroristico di Hezbollah sostenuto dall’Iran.
Il Golan, 1.800 chilometri quadrati tra Israele, Siria, Giordania e Libano, a causa della sua posizione strategica è stato fin dall’antichità al centro di dispute e scontri militari. Nel 1967 Israele lo ha conquistato nel corso della guerra dei Sei giorni per poi formalmente annetterlo nel 1981. Il resto del mondo non ha mai riconosciuto la sovranità di Israele, e i negoziatori statunitensi nel corso dei decenni hanno visto quel fazzoletto di terra come possibile pezzo di scambio per un più ampio accordo di pace con la Siria, sottolinea il Wall Street Journal. “Questo scenario è diventato ancora più improbabile nel caos della lunga guerra civile siriana. – sottolinea il quotidiano conservatore – Un paese controllato dalla famiglia Assad è diventato un calderone frammentato di milizie jihadiste e militanti iraniani. Se Israele non controllasse il Golan, le alture potrebbero ora essere dominate da Hezbollah o forse dallo Stato islamico. Entrambe le realtà sono inaccettabili per Israele”. Secondo il Wall Street Journal l’opposizione dei paesi arabi svanirà ben presto come è accaduto con la rabbia riversata su Trump dopo lo spostamento dell’ambasciata degli Stati Uniti a Gerusalemme. “Riconoscendo il Golan invia un messaggio alla Russia, patrona della Siria, che gli Stati Uniti riconoscono che la guerra civile ha cambiato la realtà siriana. Non si torna ad uno status quo precedente inesistente. Dice inoltre ai palestinesi che un ritorno ai confini precedenti al 1967 non è più realistico”.