Israele-Gaza, cessate il fuocodopo l’aggressione palestinese
“690 razzi lanciati da Gaza contro civili israeliani. 240 intercettati dal sistema di difesa aerea Iron Dome. Scuole cancellate per 210.000 bambini. 4 civili israeliani uccisi”. È il riassunto in cifre che l’esercito ha pubblicato per raccontare le ultime 48 ore vissute dalla popolazione israeliana, bersaglio dei razzi dei gruppi terroristici di Hamas e della Jihad islamica. Israele ha reagito all’aggressione colpendo 350 obiettivi a Gaza legati ai due movimenti terroristici palestinesi, ha spiegato l’esercito. Nelle ultime ore è stato raggiunto un cessate il fuoco ma il Primo ministro Benjamin Netanyahu ha affermato che la campagna militare contro Gaza non è finita. “Negli ultimi due giorni abbiamo colpito Hamas e la Jihad islamica con grande forza”, ha detto Netanyahu in una dichiarazione rilasciata dal suo ufficio. “La campagna non è finita e richiede pazienza e intelligenza. Siamo pronti a continuare. L’obiettivo è stato – e rimane – garantire la tranquillità e sicurezza ai residenti del Sud. Porgo le condoglianze alle famiglie delle vittime e i migliori auguri di guarigione ai feriti”. Le quattro vittime israeliane sono state identificate: Moshe Feder, Pinchas Menachem Prezuazman, Ziad Alhamamda e Moshe Agadi. I media israeliani in queste ore stanno raccontando le loro storie, tra queste quella di Feder e della moglie Iris Eden. “È una tragedia orribile – il dolore espresso da Iris – Io e Moshe siamo stati insieme per 17 anni felici. Per me e per i miei tre figli era una figura su cui fare affidamento….. era un padre meraviglioso e un nonno orgoglioso”. Quello con Feder per lei era il secondo matrimonio: il suo primo marito, Yashish Eden, era morto in un incidente areo nel 1997, quando due elicotteri militari si erano scontrati causando la morte di 73 soldati. “La vita mi ha messo davanti molti ostacoli dopo la morte di mio marito, e non sarei stata in grado di superarli senza Moshe. I due amori della mia vita sono andati in fiamme, uno in un elicottero e l’altro in macchina”. “Non mi chiedo ‘Perché io’, ma sono grata per i meravigliosi anni che abbiamo passato insieme e per i ricordi che mi hanno lasciato”, ha concluso Iris.
Nel sud d’Israele intanto, dopo la pioggia di missili, la vita sta tornando alla normalità e si contano i danni. Il cessate il fuoco non è stato però appoggiato da tutti all’interno della maggioranza che sostiene Netanyahu: per Gideon Saar, esponente di spicco del Likud – partito di Netanyahu – Israele non è riuscito a raggiungere nessuno dei suoi obiettivi con l’accordo, aggiungendo che la battaglia con il gruppo terroristico di Gaza non è stata vinta, ma solo ritardata. “Il cessate il fuoco, nelle circostanze in cui è stato raggiunto, non ha alcun vantaggio per Israele”, le parole di Saar, aggiungendo che “il tempo che intercorre tra ogni round di attacchi violenti contro Israele e i suoi cittadini si sta riducendo, e le organizzazioni terroristiche a Gaza si stanno rafforzando. I combattimenti non sono finiti, ma solo ritardati”.
Secondo l’analista Neri Zilber, “Hamas e la Jihad islamica devono essere soddisfatti del risultato. Ma potrebbe essere una vittoria di Pirro. Dopo l’Eurovisione e dopo aver formato il suo governo, Netanyahu potrebbe avere delle sorprese in attesa per loro”. Per Zilber un eventuale ritorno a ministro della Difesa di Avigdor Lieberman e la politica più aggressiva dell’attuale capo di Stato maggiore Aviv Kochavi potrebbe portare a una nuova massiccia operazione a Gaza. “L’esercito del terrore che opera a Gaza, che si nasconde tra i suoi cittadini, è stato testimone della potenza delle forze di sicurezza e dell’Israel defence force”, ha spiegato Kochavi nelle scorse ore, intervenendo a un evento a Gerusalemme. “Abbiamo distrutto centinaia di obiettivi terroristici, compresi i quartieri generali, i depositi di munizioni, le infrastrutture e gli edifici civili che sono stati trasformati in nidi terroristici”, le parole di Kochavi, descrivendo la reazione di Israele, in cui sono morti 25 palestinesi, secondo quanto riportano i media locali. Un’azione militare a più ampio raggio in futuro non è da escludere. Ma non prima dell’Eurovision, la competizione canora internazionale che porterà l’attenzione di milioni di persone su Tel Aviv dal 14 al 18 maggio. Israele, spiegano diversi opinionisti, non ha interesse a proseguire nel conflitto con Gaza in questo momento perché vuole garantire che l’Eurovision, un palcoscenico di primo piano per il Paese, si svolga senza difficoltà. Passato l’evento, gli scenari potrebbero cambiare.
Daniel Reichel