Ebrei e mondo arabo, la storia proibita
La storia degli ebrei nel mondo arabo è stata una storia di discriminazione a lungo passata sotto silenzio. Il perché lo ha spiegato lo storico Georges Bensoussan, protagonista al Memoriale della Shoah di Milano di uno degli appuntamenti del ciclo “Premesso che non sono razzista”. Affiancato dallo storico delle idee David Bidussa e dal direttore della redazione UCEI Guido Vitale, Bensoussan ha presentato il suo Gli ebrei del mondo arabo. L’argomento proibito (Giuntina), spiegando perché ci siano diversi miti da sfatare quando si parla della vita degli ebrei nelle società arabe. A fare da filo conduttore del suo intervento, il sottotitolo del libro “L’argomento proibito”: lo storico francese ha spiegato come e cosa ha significato la sparizione, in uno spazio temporale molto ristretto (circa 20 anni), di quasi un milione di ebrei, costretti a un esodo a lungo taciuto e sopravvissuti a un prolungato processo di umiliazione. In uno dei passaggi del libro, Bensoussan sottolinea come non ci sia mai stata una “memoria degli ebrei del mondo arabo, ma delle memorie, a seconda dei tempi, dei luoghi, degli ambienti sociali. Più si scendeva in basso nella scala sociale, e più la memoria ebraica diventava dolorosa […]. Scrivere la storia degli ebrei dell’Oriente arabo mette dunque a nudo i rapporti di servitù mascherati da racconti folcloristici. La scrittura della storia porta libertà quando fa capire una verità disincantata ai dominati, i quali spesso sono i primi divulgatori di leggende rassicuranti”. Lo storico francese ha scavato dietro queste leggende utilizzando materiali di archivio tratti da fonti militari, diplomatiche e amministrative, e ha indagato i motivi storici e psicologici di questa riscrittura.
Ad aprire l’evento al Memoriale, il presidente della fondazione Memoriale della Shoah Roberto Jarach e Daniela Tedeschi, vice presidente Associazione Figli della Shoah, che hanno ricordato l’ultimo appuntamento con il ciclo Premesso che non sono razzista, il prossimo 20 maggio.