Nechama Rivlin (1945-2019)

“La gente mi ama molto. Ma non so perché. Mi fanno sempre dei complimenti”. In un’intervista alla radio pubblica Kan, Nechama Rivlin raccontava il suo stupore per l’affetto dimostratole dai suoi concittadini. Lei che aveva sempre scelto di stare lontano dai riflettori. “Non sono la first lady, sono la moglie del Presidente d’Israele”, aveva spiegato Nechama in un’altra occasione. Ed è proprio la sua gentilezza, la sua scelta di agire in modo concreto ma senza clamore che oggi i media israeliani ricordano, raccogliendosi attorno al proprio Presidente nel dolore per la scomparsa di Nechama. Malata da tempo, aveva subito un trapianto di polmoni tre mesi fa e le sue condizioni erano peggiorate negli ultimi giorni, fino alla notizia nelle scorse ore della sua morte, a 73 anni. Domani sarebbe stato il suo 74esimo compleanno.
Nechama Rivlin era nata nel 1945 nel Moshav Herut, una comunità agricola al centro d’Israele fondata dai suoi genitori, Mendi Shulman e Drora Mintz. In un articolo del 2016 su Haaretz, ricordava l’ammirazione per la madre – rimasta quasi subito vedova – venuta nella Palestina mandataria dall’Ucraina assieme al marito: “ripenso con ammirazione alle pioniere che sono venute in Palestina, la Terra di Israele, per costruire un paese qui, un paese che quando sono arrivate era un sogno lontano”. Nello stesso anno – settembre 2016 – si reca in visita ufficiale in Ucraina e con difficoltà trattiene le lacrime mentre il marito-presindente, nel parlamento di Kiev, legge ad alta voce i nomi dei suoi familiari uccisi sul suolo ucraino durante la Shoah. “Sentire il cognome di mia madre è stato un momento difficile per me, le lacrime mi stavano soffocando. Dopo pochi minuti, mi sono ripresa e ho ascoltato il discorso con orgoglio. Io, Nechama, figlia di Drora Mintz, moglie del presidente dello Stato di Israele, ero sul suolo ucraino. Per me, quel momento, rappresentava una vittoria”.
Apprezzata dal pubblico israeliano per i suoi modi gentili e poco appariscenti, come consorte del Presidente Rivlin – dal 2014 -, decide di usare la propria posizione per concentrarsi su temi sociali, dedicando in particolare ai più giovani, toccando diversi argomenti tra cui l’arte, i bambini con esigenze speciali, l’ambiente, la natura e la conservazione della terra, il dialogo tra i diversi settori d’Israele. In un passaggio dell’articolo pubblicato da Haaretz, salutava “le donne arabe della generazione di mia madre, che erano legate alla terra e l’hanno nutrita, che hanno cresciuto i loro figli con amore, proprio come le nostre madri”. Si fece portavoce dei diritti delle donne e nel marzo 2016 ne ospitò alcune che avevano da poco condiviso pubblicamente il fatto di aver subito violenza sessuale e abusi domestici. La first lady apprezzò il loro coraggio sottolineando come la scelta di parlare pubblicamente avrebbe aiutato altre donne ad affrontare i propri problemi.

Sia il suo ricordo di benedizione