Israele e la maggioranza che non c’è
Se si dovesse votare oggi in Israele, il quadro politico rimarrebbe inalterato, senza una maggioranza chiara e con il rischio di uno stallo. Questo raccontano gli ultimi sondaggi pubblicati dai media israeliani che – a due mesi dalle elezioni – fanno emergere un quadro ancora con molti punti interrogativi per la futura governabilità del paese. Secondo i dati dell’emittente Arutz 12, il Likud del Primo ministro Benjamin Netanyahu con i partiti di destra e quelli religiosi non riuscirebbe a superare quota 55 seggi, dovendo necessariamente contare sull’appoggio del partito Israel Beitenu di Avigdor Lieberman (che però ha giurato di non volersi sedere con i partiti haredi). È lui infatti l’unico a rafforzare, almeno secondo i sondaggi, la sua posizione ottenendo nelle proiezioni 10 seggi, 5 in più rispetto alle elezioni di aprile. La sua campagna nel nome della laicità sta quindi funzionando, erodendo voti ai due grandi partiti in corsa, Likud e Kachol Lavan di Benny Gantz, scesi rispettivamente da 35 a 31 e 30 seggi.
“Da quando ha impedito la formazione di un governo di destra e haredi, che ha portato ad una nuova elezione, Lieberman è diventato la speranza del blocco di centro-sinistra e il più grande problema di Netanyahu. – scrive l’analista politica di Maariv e Haaretz Mazal Mualem – Nelle recenti campagne elettorali il centro-sinistra non è riuscito ad attrarre mandati dalla destra moderata del Likud. L’elettorato di destra è rimasto stabile. Ma qui Lieberman ha ribaltato il gioco. In contrasto con le elezioni di aprile, ora non si impegna più a raccomandare Netanyahu per la formazione di un governo, anche se la maggior parte dei suoi seggi sono identificati con la destra. Inoltre, non rifiuta la possibilità di suggerire il presidente di Kachol Lavan Benny Gantz per formare il governo. Per la prima volta in anni, alcuni mandati da destra potrebbero spostarsi nell’altro blocco. Questo è il dramma più grande della campagna elettorale”.
Mentre il centro-sinistra cerca di unirsi e Kachol Lavan continua con una politica di basso profilo, il Premier Netanyahu ha delineato la strategia per la campagna elettorale: non parlare delle questioni tra religioni e Stato e della riforma della Corte Suprema per non dare appigli all’opposizione. Questo quanto risulta dalle cronache giornalistiche di un incontro organizzato dallo stesso Netanyahu con alcuni membri del suo partito. Il suo obiettivo, racconta l’emittente Kan, è anche quella di cercare di sottrarre voti dal bacino elettorale tradizionale di Lieberman ovvero quello russo. Per questo Netanyahu – diventato in queste ore il Primo ministro israeliano più longevo di sempre – ha raccolto attorno a sé alcuni ex sostenitori del leader di Israel Beitenu e lavorare a una strategia per raccogliere maggiore sostegno tra i russi.