Netanyahu tra nuovi governi e vecchie inchieste
Giorni politicamente complicati per il Primo ministro d’Israele Benjamin Netanyahu: mentre le trattative con Kachol Lavan per un governo di unità nazionale sono completamente ferme, ha preso il via nelle scorse ore l’audizione del leader del Likud con il procuratore generale Avichai Mandelblit in merito alle tre inchieste per corruzione che lo coinvolgono. In queste ore si sono presentati al ministero della Giustizia gli avvocati di Netanyahu, che hanno respinto l’idea che il loro assistito avrebbe chiesto un patteggiamento o la grazia. “Ho piena e incondizionata fiducia nel sistema giuridico e nelle forze dell’ordine. Non ho alcun dubbio che il procuratore generale formulerà le sue decisioni in modo professionale e appropriato”, ha detto uno degli avvocati, Ram Caspi. Il suo collega Amit Hadadad ha aggiunto che il team di difesa presenterà nuove prove alle udienze preliminari che si concluderanno prima di Yom Kippur. “Siamo sicuri che quando avremo finito, non ci sarà altra scelta che chiudere il caso”, ha detto Hadadad all’emittente pubblica Kan. “Questi casi devono essere chiusi”.
In attesa di far sentire la propria testimonianza, Netanyahu si è concentrato in queste ore nel riunire il blocco di cui ha l’appoggio alla Knesset, incontrando i leader dei partiti Yamina, Shas e Yahadut HaTorah. La riunione è arrivata dopo che il leader di Kachol Lavan Benny Gantz ha annunciato di aver lasciato i colloqui previsti per formare un governo di unità nazionale. Il partito di centro guidato dall’ex capo dell’esercito ha detto fatto sapere a Netanyahu che le condizioni non sono ancora mature per condurre negoziati efficaci tra i partiti e i rispettivi leader. “Questo non è un negoziato, è un discorso tra sordi e non ha senso continuare finché le condizioni rimangono le stesse”, le parole di Gantz, che ha accusato il Premier di voler trascinare il paese a terze elezioni. Un’accusa formulata sull’altro versante dal Likud nei confronti di Kachol Lavan. Il blocco di destra, formato da 55 seggi, è “solido come il cemento”, ha dichiarato la leader di Yamina Ayelet Shaked. Il problema è che quel blocco, avvisano da Kachol Lavan, non potrà rimanere tale se si vuole andare avanti nelle trattative per il governo di unità nazionale.
In questa intricata situazione di stallo, il Premier Netanyahu sta valutando cosa fare e nelle prossime ore potrebbe rimettere al capo dello Stato il mandato a formare il governo, lasciando la patata bollente all’avversario Gantz.