Israele – Gantz: “Se premier,
promuoverò il pluralismo ebraico”

Schermata 2019-10-30 alle 13.11.30Una piccola scossa nella politica israeliana. A darla, l’annuncio del leader di Kachol Lavan Benny Gantz di voler abbracciare, se dovesse diventare primo ministro d’Israele, tutte le correnti dell’ebraismo e rilanciare un accordo che garantirà ai movimenti reform e conservative lo stesso status al Kotel, il Muro Occidentale di Gerusalemme, dell’ebraismo ortodosso. “Facciamo parte di un mosaico di culture e tradizioni”, ha detto Gantz nel corso del congresso dell’Agenzia Ebraica organizzato nella capitale israeliana. “Nutrirò questo pluralismo. Promuoverò l’attuazione dell’accordo per il Muro occidentale. Ogni volta che vado al Kotel guardo quel mare di pietre: le loro diverse dimensioni e forme sono come le correnti che abbiamo nell’ebraismo”. L’accordo di cui parla Gantz è quello siglato e poi congelato dal Primo ministro uscente Benjamin Netanyahu che prevedeva la realizzazione di una nuova area al Muro Occidentale, definita egalitaria, in cui uomini e donne dei movimenti dell’ebraismo Conservative e Reform avrebbero potuto pregare insieme. L’intesa, su pressione dei partiti haredi (ultraortodossi), è stata affossata oramai due anni fa e ora – in un momento in cui laicità e religione sono al centro della battaglia politica in Israele – Gantz ha scelto il palco dell’Agenzia Ebraica per presentarsi come il rappresentate di tutti gli ebraismi. “Israele ha bisogno di un governo stabile, responsabile e pragmatico. Un ampio governo di unità liberale, che ho deciso di istituire dal momento in cui sono entrato in politica meno di un anno fa. Questo è il governo che il popolo ha scelto e di cui ha bisogno”, ha dichiarato Gantz, ricevendo diversi applausi dal pubblico. Dallo stesso palco, il premier uscente Netanyahu – intervenuto prima del leader di Kachol Lavan – non ha menzionato il tema del Kotel o del pluralismo. Ha scelto invece di concentrarsi sulle pressanti minacce che Israele deve affrontare sul fronte della sicurezza, Iran in primis. Un tema rilanciato anche durante l’incontro con il segretario al Tesoro degli Usa, Steven Mnuchin. “Riteniamo l’Iran la più grande minaccia alla pace, alla stabilità e alla sicurezza nostra e di molti altri. – le parole di Netanyahu – Ha colpito l’Arabia Saudita. Ha interferito nelle rotte marittime internazionali”. Rispetto a un governo di unità nazionale, il leader del Likud ha detto di aver lasciato la porta aperta a Gantz ma che sono le forze interne a Kachol Lavan a non voler arrivare a un accordo. Ciascuna delle parti di fatto si rimbalza le responsabilità per la mancata intesa e formazione dell’esecutivo. Ad auspicare che i due trovino un accordo anche il genero del Presidente Usa Donald Trump, Jared Kushner, che si sta occupando di rilanciare un possibile piano di pace tra israeliani e palestinesi. Intervistato dall’emittente israeliana Kan, Kushner, dopo aver incontrato sia Netanyahu che Gantz, ha spiegato di aver detto a entrambi che “in questo momento nella regione ci sono davvero enormi opportunità che abbiamo costruito negli ultimi due anni, ma ancora di più che possiamo cogliere insieme, quindi sarebbe bello per Israele capire come formare un governo in modo da poter iniziare a lavorare su tutte le grandi priorità e le opportunità che esistono”.
Gantz e Netanyahu si sono incontrati negli scorsi giorni e il dialogo proseguirà. “Continuerò con tutti gli sforzi per formare un governo di unità e per prevenire terze elezioni per lo Stato di Israele”, ha detto Gantz, che per farlo dovrà fare delle concessioni a Netanyahu, che vuole essere il primo in un’eventuale rotazione della premiership. Il leader di Kachol Lavan ha descritto il vertice come “un incontro d’affari” e ha aggiunto che ci saranno altri incontri in futuro.