Bus di Shabbat, un progetto pilota
Ciclicamente in Israele vengono annunciati progetti per attivare il trasporto pubblico anche di Shabbat: annunci che creano puntualmente una divisione che, generalizzando, vede scontrarsi laici e religiosi. Sintomo di una società viva ma anche divisa su alcune questioni fondamentali. L’incontro-scontro tra questi due mondi – da non vedere come compartimenti stagni – è al centro della battaglia politica di questi mesi ed è tornato alla ribalta su di una proposta specifica: quella delle autorità locali di Tel Aviv di fornire gratuitamente il trasporto pubblico di Shabbat, collegando la metropoli con alcune località vicine (Ramat HaSharon, Givatayyim e Kiryat Ono). Annunciato come sistema “senza precedenti”, gli autobus funzioneranno nei fine settimana durante le ore in cui il trasporto pubblico non è normalmente disponibile. Il servizio sarà gratuito e aperto a tutti nella sua fase iniziale. “Questa iniziativa si aggiunge al trasporto già esistente nel settimana, compresi gli Sherut (taxi condivisi) previsti dal Ministero dei Trasporti e le iniziative comunali di carsharing come AutoTel e Tel-OFun” ha dichiarato il sindaco di Tel Aviv Ron Huldai.
“Fornirà una soluzione alla domanda di trasporto del pubblico per tutto il fine settimana, contribuendo ad abbassare il costo della vita, alleviando i problemi di trasporto e di parcheggio e dando mobilità ai residenti che non possiedono un’auto”. Le autorità hanno detto che il bilancio crescerà man mano che altre città si uniranno all’impresa, collegando fino a quattro milioni di residenti metropolitani. La rete interurbana sarà composta da sette linee di autobus che copriranno l’area di Tel Aviv. Frequenze, itinerari e orari saranno comunicati agli utenti attraverso le applicazioni del comune sul trasporto entro la fine dell’anno.
“Il trasporto svolge un ruolo importante nella giustizia sociale se offre la stessa mobilità, 24/7 per l’intera popolazione, compresi coloro che non possiedono un’auto privata o non hanno la patente di guida” la posizione del vicesindaco di Tel Aviv Meital Lehavi. D’accordo, il primo cittadino di Givatayim, Ran Konik: “Questo progetto non è un passo contro il pubblico religioso, non ha alcun collegamento con la questione religiosa, l’iniziativa è diretta a sostenere larga parte della popolazione che ha bisogno di una soluzione di trasporto nei fine settimana, per far visita alle famiglie, ai pazienti ricoverati, per il tempo libero e altro ancora”.
Per l’organizzazione nazionalreligiosa Hotam il progetto “danneggia il rispetto dello Shabbat in queste città” ed è “parte di una più ampia campagna sull’identità ebraica d’Israele che dimostra che il sindaco di Tel Aviv sta creando uno Stato all’interno di uno Stato e sta cercando di minare le fondamenta dello Stato ebraico”.
L’iniziativa di Tel Aviv e dei comuni vicini è effettivamente un passo verso una direzione nuova ma, secondo i sondaggi, dalla loro parte hanno l’80% degli israeliani, favorevoli a un trasporto pubblico di sabato.